Palermo, le lacrime di don Pino: "Fratellino Biagio..."

Palermo, le lacrime di don Pino: “Fratellino Biagio…”

Il ricordo del missionario laico da parte del suo compagno di Missione.
I FUNERALI DEL MISSIONARIO LAICO
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Si può essere fratelli in diversi modi. Perché si nasce nella stessa famiglia e poi si impara ad amarsi, in quei legami che non sempre sono piani. Oppure, perché ci si ritrova, lungo il cammino, e si capisce che l’altro – il tuo compagno di banco, il soldato accanto in trincea, quello che prendere l’ascensore con te – sei tu, con un altro nome. E c’è chi pensa che siamo tutti fratelli e sorelle.

Ieri, finalmente, don Pino ha pianto. Mentre raccontava, durante le esequie, chi è Biagio Conte, è riuscito a dare sfogo alla sua pena. C’è una speranza luminosa nel sentiero di spine della morte di chi donò tutto se stesso. Ma la speranza non nasconde il dolore, lo accetta e lo completa, nella reciproca necessità. Come ha raccontato, con gli occhi e con ogni frase, uno dei compagni più fedeli di Fratel Biagio.

Sono giorni di scoperte. Chi ha vissuto, con partecipazione, questo addio terreno è stato toccato da qualcosa che i credenti chiamano grazia. Come esperienza, non come suggestione. Chi c’è stato ha annotato riappacificazioni, incontri casuali sfociati in un abbraccio, il seppellimento di antichi rancori e il prodigio di persone che si sono svelate nella loro profondità. Le lacrime e le parole di don Pino sono una delle sfumature miracolose. Infatti, hanno toccato il cuore di tutti.

Le abbiamo riascoltate nel video del funerale, curato dall’Ufficio stampa, responsabile di una organizzazione complessiva di primissimo livello. Ecco alcuni frammenti: “Io non lo chiamavo mai Biagio, ma fratello Biagio, perché per me era fratello, padre, madre, tutto”. Ecco il racconto dell’incontro di parecchi anni fa. C’è un sacerdote che cerca un ragazzo scomparso alla stazione e si trova davanti quell’altro ragazzo che era tornato da Assisi, per cominciare la sua opera missionaria: “Lui mi rispose che non aveva visto il ragazzo che cercavo, ma aveva trovato comunque un giovane che si era perso. Quel giovane ero io”.

E ancora: “Mi piace immaginare Gesù che alle porte del Paradiso incontra Fratel Biagio e lo chiama fratello. E questa parola ti fa sentire a casa. Nell’amore non c’è sofferenza, ma gioia. Grazie, fratellino mio per tutta la gioia e l’amore che ci hai donato. Sei vissuto qui, a Palermo, in una terra martoriata dalla mafia, ma oggi ci testimoni che la mafia si può vincere con la santità della vita”. E poi ha smesso di parlare, don Pino, mentre l’ennesimo applauso si librava, tuffandosi tra le braccia dell’arcivescovo. Il vicino non potrà mai diventare lontano, quando si è fratelli. (Roberto Puglisi)


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