PALERMO – Una madre aveva dato in affitto il figlio. Cento euro al mese in cambio del piccolo di 18 mesi. A sborsare la cifra una donna che la mamma aveva conosciuto in una comunità per tossicodipendenti.
La storia di profondo degrado risale alla scorsa estate e viene alla luce con la decisione del sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, di premiare i poliziotti che hanno svolto l’indagine che ha consentito di affidare il piccolo ai servizi sociali del Comune. Ora è affidato ad una comunità.
A risolvere il caso e a meritarsi l’encomio sono stati il vicequestore Giuseppe Ambrogio, dirigente del commissariato Brancaccio, il vice ispettore Vito Soldato e gli assistenti capo Giusto Scianna e Michele Di Giovanni.
Campanello d’allarme in ospedale
L’estate scorsa una bimba viene ricoverata all’ospedale Buccheri La Ferla. Le sta vicino il padre. La madre è assente. In ospedale si allarmano e avvertono la polizia. Gli agenti scoprono che la coppia ha un altro bambino di cui, però, non c’è traccia.
Grazie alla indagini, coordinate dalla Procura dei minori di Palermo, si copre che la mamma ormai vive in un’altra città siciliana con un nuovo compagno ed emerge l’orrenda storia del secondogenito dato in affitto.
Alcol, droga e degrado
La mamma lo ha “consegnato” a una donna con problemi di alcol e droga a cui, a sua volta, è stata tolta la potestà genitoriale dei figli. Ora sono entrambe indagate per abbandono di minore. I poliziotti sono riusciti in fretta a rintracciare il piccolo in una casa nella zona della stazione centrale.
Le parole del sindaco
“Mi è gradito, a riconoscimento delle encomiabili doti umane e professionali manifestate nella circostanza – ha spiegato il sindaco Lagalla – esprimere la significativa considerazione di questa amministrazione, e mia personale, per il loro operato, esempio e motivo di orgoglio per l’intera cittadinanza e per il Corpo della Polizia di Stato”.