Palermo, blitz allo Sperone: il lavoro sporco delle donne della droga

Blitz allo Sperone, il lavoro sporco delle donne della droga

Lavorano al fianco di mariti e figli e a volte ne prendono il posto

PALERMO – Nel mondo dello spaccio di stupefacenti la parità di genere è una certezza. Il blitz dei carabinieri svela, ancora una volta, il ruolo delle donne della droga allo Sperone. Lavorano al fianco dei mariti o dei figli perché gli stupefacenti sono spesso un affare di famiglia. A volte ne prendono il posto. Si sporcano le mani al pari degli uomini. Se ne vanno in giro a spacciare, sotto gli occhi dei bambini che giocano.

Nella scala gerarchica dell’organizzazione che gestiva gli affari in piazzale Ignazio Calona, un posto al vertice avrebbe avuto Adalgisa Di Fatta, sorella di Santo, e moglie di Salvatore Arcuni. Tutti arrestati oggi.

“I soldi dammeli a me perché glieli devo consegnare tutti”, diceva la donna considerata la cassiera del denaro sborsato dai tossicodipendenti. “Cento dosi te he consegnato”, diceva al marito. “Cinquantuno sono… tieni.. i pezzi”, e cioè il crack da consegnare ai clienti.

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Cassiera, dunque, ma anche fornitrice della piazza di spaccio come hanno ricostruito i militari della compagnia di piazza Verdi. Le dosi le avrebbe prelevate periodicamente anche da un’altra donna, Maria Gioè, madre di Arcuni e dunque suocera di Adalgisa Di Fatta.

“Ne sai niente se ce n’è più sopra?… sopra…”, chiedeva la donna al marito. Che rispondeva: “Ancora ci sono”. Un’ora dopo la conversazione i carabinieri l’hanno immortalata mentre consegnava alla suocera un sacchetto con 193 dosi di sostanza stupefacente, distribuite in diverse confezioni. “… sono 193… ce n’è uno da 13 che c’è la carta… salila sopra”, diceva al fratello Santo.

Delle due l’una, o la droga era nascosta a casa della suocera di Adalgisa Di Fatta oppure della madre, Angela Corrao.

Anche Nunzia Guercio avrebbe custodito la droga. Già in passato, nel 2018, nella sua abitazione in via Maria Santissima del Carmelo furono rinvenuti due panetti di hashish e una pistola.

Altra coinvolta nel blitz e finita ai domiciliari è Giovanna Di Fatta, sorella di Santo, e madre di Salvatore Tutone, pure lui arrestato. Le viene contestato l’acquisto di 20 grammi di cocaina da rivendere.

Ai domiciliari pure Adalgisa Lo Re, cugina di Santo Di Fata e Giovanna Di Fatta. Il cugino, senza sapere di essere intercettato, ha contribuito a ricostruire il suo ruolo. Parlando della sua abitazione diceva: “… dov’è che noi proprio nascondevamo tutte cose… io ho detto ma come minchia.. la fortuna che… quando avevamo gettato l’immondizia, gli avevo mandato di sera… domani mi devo portare quella buona e questa no…”.

Un ruolo di minore spessore avrebbe invece l’ultima delle donne coinvolte, Rita Rizzuto, a cui è stato imposto il solo obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.


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