Palermo, mafia alla Noce, 27 indagati. C'è anche un notaio

Blitz antimafia alla Noce, 27 indagati. Spunta anche il nome di un notaio

Tutti i nomi e le contestazioni della Procura

PALERMO – Vecchi boss e nuove leve. La Procura di Palermo chiude l’inchiesta sul mandamento mafioso della Noce. Spuntano nomi nuovi assieme ai 12 arrestati nel blitz della squadra mobile dello scorso aprile. A cominciare da quello del notaio Sergio Tripodo, che risponde di falso nella stipula di dell’atto di compravendita di un immobile.

Tripodo è un personaggio noto alle cronache. È stato coinvolto in un’altra inchiesta che riguarda il mandamento di Resuttana: avrebbe chiesto l’aiuto dei mafiosi per liberare alcuni immobili nella zona del mercato ortofrutticolo. Gli inquilini non volevano andare via nonostante ci fosse un ordine di sfratto.

I nomi degli indagati

A ricevere l’avviso di conclusione delle indagini firmato dal pubblico ministero Giovanni Antoci sono in 27. Ci sono i coinvolti nel blitz: Renzo Lo Nigro, Carlo Castagna, Giuseppe Romagnolo, Benedetto Di Cara, Salvatore Chiovaro, Fabio Billeci, Salvatore Palmeri, Mario Di Cristina (rispondono tutti di associaizione mafiosa), Cosimo Semprecondio (estorsione), Lorenzo Di Stefano e Kevin Dragotto (rapina).

Avviso di chiusura indagini anche per Salvatore Favata (estorsione), Domenico Librera (ricettazione del denaro ricevuto per il mantenimento di Lo Nigro nel precedente periodo di detenuione), Gianluca Albamonte (detenzione e spaccio di droga), Alessandro Ballarò (detenzione e spaccio di droga), Santo Onorato (trasferimento fraudolento di beni), Giuseppe Giuliano (trasferimento fraudolento di beni), Benito Giuliano (trasferimento fraudolento di beni), Sergio Tripodo, Salvatore Bronti (trasferimento fraudolenti di beni), Paolo Castelluccio (ricettazione e detenzione di droga), Giovanni Rosselli (detenzione e spaccio di droga), Giuseppe De Lisi (detenzione e spaccio di droga), Gianluca Nuccio (detenzione e spaccio di droga), Dario Piero Bottino (detenzione e spaccio di droga), Debora Catania e Benedetto Tusa (falso nella vicenda che coinvolge il notaio Tripodo, di cui sono collaboratori). L’atto sarebbe stato redatto in modo da nascondere che il vero acquirente era Lo Nigro.

Mafia e fibrillazioni alla Noce

Nel 2022 furono arrestati Giancarlo Seidita, reggente del mandamento Noce-Cruillas, e i capi famiglia della Noce e di Altarello, Guglielmo Ficarra e Pietro Tumminia.

Iniziò un periodo di fibrillazione per la successione. I vecchi mafiosi, nel frattempo scarcerati, Carlo Castagna e Renzo Lo Nigro volevano riprendersi il posto. Si creò una profonda spaccatura con Giuseppe Romagnolo, allora insospettabile commerciante di scarpe e considerato uomo d’onore riservato, che poi sarebbe diventato il nuovo capomafia.

Lo Nigro e Castagna avrebbero siglato un patto iniziando attività illecite parallele a quelle dei capi autorizzati: spaccio di droga, riscossione del pizzo e risoluzione di controversie fra privati. I nuovi boss venivano bollati senza giri di parole come “cose inutili”. Assieme ai vecchi avrebbe agito anche Salvatore Chiovaro che lo stesso Lo Nigro indicava come un “infiltrato” nel gruppo avversario.


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