PALERMO – Tutti i principali indagati del blitz antimafia all’Uditore hanno scelto il silenzio.
Il giudice per le indagini preliminari Antonella Consiglio li ha convocati per l’interrogatorio di garanzia e si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Erano presenti i difensori e il pubblico ministero Giovanni Antoci.
I boss scelgono la strada del silenzio
Scelta comune per Agostino Sansone, Girolamo Buscemi e Franco Bonura. Il primo è accusato di avere guidato la famiglia mafiosa di Uditore, subentrando ai fratelli detenuti Gaetano e Giuseppe. Il secondo sarebbe diventato il capo a Passo di Rigano, succeduto al fratello Giovanni.
Il terzo, che sottocapo lo era stato fino a vent’anni fa prima di essere arrestato, nel 2020 ha finito di scontare la condanna e sarebbe tornato ad avere un ruolo di peso all’Uditore.
Guardavano al passato. Anziani anagraficamente e “difensori” dei vecchi valori di Cosa Nostra. Non solo un’operazione nostalgia la loro, ma una grande capacità di controllo del territorio. Così hanno ricostruito i poliziotti della squadra mobile. Soprattutto per quel che riguarda le commesse nel settore dell’edilizia.
Gli investigatori hanno monitorato una stagione di incontri.
Gli unici a rispondere alle domande del Gip sono stati Alessandro Costa e Giusto Catania, considerati organici alla famiglia di Uditore. I due indagati hanno respinto ogni accusa.