PALERMO – La prova chiave è inutilizzabile e alcune dichiarazioni non sono state riscontrate. Risultato: imputato assolto. Nei confronti di S.P., 49 anni, la Procura aveva avanzato una richiesta di condanna a sei anni di carcere.
Secondo l’accusa, l’imputato avrebbe minacciato con un coltello da cucina e picchiato la madre e lo zio invalido per farsi consegnare i soldi per comprare la droga. La vita in casa sarebbe diventata un inferno.
Ad ogni richiesta negata scoppiava il putiferio. La madre sarebbe stata costretta a vedere la macchina per assecondare le richieste di denaro del figlio. Da qui le accuse di estorsione aggravata, maltrattamenti e circonvenzione di persone incapaci.
La denuncia dell’anziana madre risale a otto anni fa. Quando è arrivato il momento di citarla in aula come testimone si è scoperto che a causa di una grave forma di demenza la donna non poteva partecipare al processo.
C’è di più. L’avvocato Enrico Bennici, che difende l’imputato, ha fatto emergere che già all’epoca della denuncia, nel 2016, la donna stava male. Sarebbe stato necessario acquisire la testimonianza con un incidente probatorio garantendo il contraddittorio delle parti. Cosa che non è stata fatta e che rendeva la testimonianza ora inutilizzabile.
Il Tribunale presieduto da Bruno Fasciana ha accolto l’eccezione difensiva. Per quanto riguarda gli altri testimoni citati in aula hanno negato gli episodi di violenza.
Il legale ha fatto poi emergere che la madre era d’accordo alla vendita dell’auto. Il rapporto era conflittuale. C’era della “rabbia” nell’atteggiamento dell’imputato, ma la malattia della donna ha alterato la percezione dei comportamenti del figlio.