PALERMO – Un milione di euro per rifare tre palestre di altrettante scuole in quartieri “difficili” della città come lo Sperone, il Cep e la Zisa; un milione di euro che il comune di Palermo, per un guazzabuglio giuridico, potrebbe aver perso per sempre, nonostante i roboanti annunci di lunedì scorso a Brancaccio quando l’amministrazione ha promesso più attenzione alle periferie.
Tre progetti da un milione di euro
Seduta ad alta tensione a Sala Martorana, dove il consiglio comunale sta esaminando il Piano triennale delle opere pubbliche: una delibera che l’Aula ha deciso di anticipare, rispetto all’iniziale tabella di marcia, proprio per “salvare” i progetti che riguardano le scuole “Di Vittorio” dello Sperone, “Saladino” di San Giovanni Apostolo e “Colozza Bonfiglio” di via Imera. La giunta ha approvato i progetti esecutivi ad agosto che prevedono il rifacimento integrale delle palestre e la dotazione di attrezzature all’avanguardia per il basket e la pallavolo, aprendo le strutture al quartiere di pomeriggio.
La scadenza “sbagliata”
Ma dal momento che si tratta di fondi europei legati anche al Pnrr, il ministero dell’Istruzione ha posto precisi paletti dando alcune scadenze tassative e una di queste è per l’appunto il 15 settembre. Il consiglio comunale ha iniziato a riunirsi la scorsa settimana, ci sono state un po’ di scaramucce e i lavori sono stati riaggiornati con la “certezza” che ci fosse tutto il tempo di approvare il piano con tanto di emendamento per le palestre. Il termine del 15 settembre, invece, non era legato all’approvazione del piano ma all’aggiudicazione dei lavori: in pratica entro venerdì le gare devono essere già concluse. E siccome per legge il Comune deve dare agli operatori economici almeno cinque giorni di tempo, è emerso (tra lo stupore e soprattutto lo sconcerto generale) che il piano andava approvato entro domenica scorsa. Con tanto di mail ufficiale del ministero (anche questa sconosciuta ai consiglieri) che il 7 settembre ha negato qualsiasi possibilità di proroga. “Una parte della graduatoria è finanziata con i fondi del Pnrr – scrive il dirigente del Miur -. I relativi progetti sono soggetti a vincoli stringenti sui tempi di attuazione. Per uniformità di trattamento, quindi, non si prevedono eccezioni per i beneficiari”.
Bagarre in Aula
Apriti cielo: il consiglio comunale è letteralmente andato in tilt ma soprattutto si è aperta la caccia al colpevole. Il caso, sollevato dal consigliere comunale Carmelo Miceli, ha infatti iniziato a montare quando l’ex deputato ha chiesto se, approvato il piano, non ci fossero altri adempimenti da fare per rispettare le scadenze ministeriali. E gli uffici hanno dovuto ammettere che in realtà il via libera consiliare non è sufficiente, visto che serve la determina per l’autorizzazione a contrarre e poi va seguita la procedura semplificata con negoziazione senza bando che richiede almeno cinque giorni. In pratica significa che il termine è stato già sforato. “Intanto approviamo e poi verificheremo se siamo ancora in tempo”, ha provato ad argomentare l’assessore alla Scuola Aristide Tamajo per trovare una soluzione.
“Vogliamo i responsabili”
Le opposizioni però sono salite sulle barricate, hanno chiesto la presenza del sindaco Roberto Lagalla in Aula e il presidente ha dovuto sospendere la seduta. Alla ripresa è emersa anche la circostanza della e-mail: la richiesta di proroga era stata già avanzata, con la speranza di salvare i progetti, ma dal Miur è arrivata la negativa. A quel punto pure la maggioranza è andata su tutte le furie. “Non è accettabile un errore del genere – ha detto Dario Chinnici, capogruppo della lista di Lagalla – e nessuno può pensare di scaricare colpe su questo consiglio comunale: se avessimo saputo di questo rischio, avremmo discusso subito l’atto. Se qualcuno ha delle responsabilità paghi”.
“Il 7 e l’8 settembre ci siamo regolarmente riuniti – ha attaccato Fabio Giambrone del Partito Democratico – ma nessuno ci ha avvisati di questo termine”. “Il primo settembre la sesta commissione ha incontrato l’ufficio che si occupa dei fondi extracomunali e non è emersa alcuna urgenza, neanche in riferimento alle scuole – dice il presidente Ottavio Zacco -. Ci chiediamo perché nessuno abbia evidenziato la scadenza e mi auguro si faccia chiarezza per non perdere i finanziamenti, le polemiche sono superflue”.
Nel bailamme ha rischiato di finire sul banco degli imputati perfino la commissione Urbanistica che lo scorso 30 agosto aveva accolto la sollecitazione degli uffici chiedendo una corsia preferenziale per l’atto: “Vogliamo sapere se la commissione sapeva o meno che la scadenza del 15 non era riferita al piano e se qualcuno sapeva di questa comunicazione ministeriale”, ha detto Miceli.
Tamajo: “Mi assumo ogni responsabilità”
A provare a gettare acqua sul fuoco è stato l’assessore Tamajo: “Mi assumo le responsabilità, se c’è stato un disguido la colpa è mia che non ho saputo vigilare sulla procedura che dovrebbe portare al finanziamento delle palestre. Chiedo però di procedere comunque per provare a capire se ci siano i margini per salvare i progetti”. Il consiglio si riunirà alla presenza degli uffici e lì si capirà se ci sono o meno margini per non perdere i fondi. “Se ci saranno le condizioni, faremo la nostra parte per non far perdere un euro alla città – dice Mariangela Di Gangi di Progetto Palermo –. Ma se così non fosse, non faremo sconti a un’amministrazione concentrata più sugli assetti di potere che sui reali interessi di Palermo”.