PALERMO – Ma alla fine, nel centrodestra, si metteranno d’accordo? A farsi la domanda non sono solo gli appassionati di politica locale ma, coniugando con la prima persona plurale, gli stessi addetti ai lavori. Il dato di fatto, oggi, dopo alcuni giorni densi di eventi, è che il centrodestra è in frantumi, non esiste. E, una tale constatazione non è certo figlia del caso: al momento ogni partito ha un suo candidato: per Fratelli d’Italia corre Carolina Varchi, per la Lega Francesco Scoma, per Forza Italia Francesco Cascio. Poi c’è Roberto Lagalla (iscritto all’Udc), che ieri si è presentato come candidato civico. Alla candidatura civica credono in pochi al al momento si può dire che all’Udc la candidatura piace anche poco velatamente. Infine ci sono Totò Lentini, capogruppo all’Ars del Mpa, e Francesca Donato che presenta un suo progetto.
Tutti negli ultimi giorni hanno pensato che sia solo una questione di ore, di incontri. Nel frattempo, però, in attesa che Roma trovi la quadra, i candidati hanno iniziato la campagna elettorale e hanno preso a dare stoccate agli avversari. Il clima, insomma, non è da pacificazione. E così qualcuno si spinge addirittura oltre: prende piede l’ipotesi che ognuno corra da solo e che si punti a risolvere il nodo di chi deve spuntarla con le urne. Gli scenari sarebbero allora due. Il primo è che chi prende più voti nel centrodestra, accedendo al ballottaggio, correrà per la corsa al sindaco con l’appoggio degli altri. Il secondo sarebbe invece una replica di una partita già vista, in un campo diverso e con diversi giocatori: come quando si scontrarono Orlando e Ferrandelli, il centrodestra dovrebbe arrivare a giocarsi Palazzo delle Aquile al ballottaggio.
Muri contro muri: Lega contro Fratelli d’Italia
Tutti si dicono pronti a dialogare ma in pochi dimostrano di volerlo fare davvero.
L’ultimo a parlare, stamattina sulle colonne di Live Sicilia è stato Francesco Scoma. Il leghista ha tirato fuori una proposta destinata a fare discutere: un accordo fra Lega e Forza Italia destinato a estromettere Fratelli d’Italia dalle scelte dei nomi per il Comune di Palermo, la Regione e la Presidenza dell’Ars.
Il muro contro muro è evidente. Ieri, infatti, il responsabile enti locali di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli insistendo sulla duplice candidatura da parte dei meloniani, Varchi al Comune di Palermo e Musumeci alla Regione, ha detto proprio il contrario: “Non capisco perché le regole nel centrodestra debbano valere per tutti tranne che per Fratelli d’Italia. Se in Lombardia la Lega ritiene di potere avere un candidato governatore e il candidato sindaco di Milano, allora non capisco perché questo non debba valere per noi in Sicilia e a Palermo”.
Muri contro muri: Varchi contro Lagalla
Nel rimettere assieme i pezzi, ieri, l’altro muro contro muro si è registrato, nella forma e nelle parole anche fra Carolina Varchi e Roberto Lagalla.
Nel punto stampa a piazza San Domenico prima del suo giro elettorale in centro, l’esponente di FdI ha rivendicato come voluta la scelta di non vedere i giornalisti “all’interno di una stanza ma per strada”. Lagalla ha invece fatto un’altra scelta, più istituzionale: quella di annunciare la sua candidatura attraverso una sala conferenze. Non è dato sapere se ci sia stato da parte di Varchi il tentativo di segnare come netta una contrapposizione. Certo è che, anche se non fosse stato voluto, il risultato è stato raggiunto.
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Ma perchè segnare la netta contrapposizione con un candidato come Lagalla? La questione non si spiega per due aspetti: la forza partitica su cui può contare FdI e di gran lunga più grande di quella di Lagalla. Inoltre non si comprende perchè fare un riferimento abbastanza preciso ignorando gli altri competitors.
La risposta potrebbe sembrare semplice: Varchi è in realtà la futura candidata della coalizione di destra palermitana (con Fi e Lega). Questo consentirebbe di lasciare sulla scacchiera l’agibilità per tutte le mosse necessarie per arrivare allo scacco a Musumeci. La cosa sarebbe inoltre spiegata dal dispiego di forze accanto alla deputata meloniana: con lei c’è infatti tutto lo stato maggiore di Fi a Palermo. L’ipotesi però non tiene. Secondo quanto si apprende da fonti vicine alle fiamme tricolori, il partito di Giorgia Meloni ritiene blindata e indiscutibile la ricandidatura di Musumeci. L’accordo quindi continua a non esserci e probabilmente dipenderà da quanto gli alleati saranno disposti ad accettare il bis dell’attuale governatore.
Il passo avanti di Lagalla
Al momento il fronte di Forza Italia dove pare evidente che i problemi siano altri, tace. E forse anche a causa delle lotte intestine che Roberto Lagalla, assessore regionale alla Formazione professionale dimissionario, ha deciso di portarsi avanti avanzando la candidatura.
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La sua mossa ieri ha innervosito molto nel campo del centrosinistra, con Adriano Varrica che ha contestato l’assessore Lagalla. Quest’ultimo ha sostanzialmente incassato l’endorsement di Mimmo Turano (UdC). L’ex rettore ha parlato di necessità di una governo di salute pubblica. Ha detto di volere parlare con tutti e qualcuno ha pensato al modello Draghi. Una tale idea, si sà non tiene affatto. Qualcuno ha visto piuttosto dietro il concretizzarsi della candidatura dell’ex rettore, l’avvicinarsi della fattibilità di un asse che mette assieme Pd, Italia Viva, centristi e Forza Italia. I contatti con alcune forze in qualche caso ci sono stati e nei prossimi giorni il quadro dovrebbe essere più chiaro.
Prevedere come finirà è difficile. In tanti iniziano però a guardare con illusione alla prospettiva di un accordo. Inizia pertanto un’altra sfida: quella per accaparrarsi tutte le liste a supporto della candidatura. La corsa è appena iniziata.