Palermo, "corruzione alla Motorizzazione": le richieste di pena

Palermo, “corruzione alla Motorizzazione”: le richieste di pena

Tre imputati tornano liberi

PALERMO – Assisteranno a piede libero al processo per il presunto giro di corruzione alla Motorizzazione civile di Palermo. La terza sezione penale del tribunale presieduta da Fabrizio La Cascia ha firmato l’ordinanza con cui sostituisce ad Antonio Passavia, Ignazio di Chiara e Giuseppe Biondo la misura degli arresti domiciliari con il divieto di esercitare impresa per un anno nel settore del disbrigo pratiche automobilistiche.

Istanza accolta

L’avvocato Antonio Turrisi

Nonostante il parere negativo della Procura di Palermo è stata accolta l’istanza degli avvocati Antonio Turrisi, Maria Teresa Nascè e Loredana Alicata. Secondo il collegio, pur sussistendo i gravi indizi di colpevolezza, si sono affievolite le esigenze cautelari. Ormai siamo approdati alla fase processuale e i mesi, dallo scorso febbraio, trascorsi ai domiciliari costituiscono un deterrente per la commissione di altri reati simili.

Il maxi processo e gli imputati

Il processo inizierà a dicembre. Uno si svolge in abbreviato ed è già alla fase delle richieste di pena. Tra gli imputati c’è il funzionario Luigi Costa che nascondeva 590 mila euro in contanti dietro l’armadio della camera da letto. “Se ne capita tipo una, due così, no quelli ne facevano tipo a migliaia perché il problema è questo, perché quando la cosa si allarga diventò ora troppo esagerata…”, diceva Costa alla collega Giovanna Passavia.

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“Enorme giro di favori”

Secondo i pubblici ministeri Vincenzo Amico e Giulia Beux, il giro di favori in cambio di soldi era enorme. Gli agenti della Polstrada, coordinati dal procuratore aggiunto Sergio Demontis, hanno piazzato telecamere e microspie all’interno degli uffici palermitani. Carte di circolazione, cambi di destinazione d’uso dei veicoli, collaudi di impianti Gpl, immatricolazione di mezzi esteri o dismessi dalle forze dell’ordine in Toscana, Lazio e Trentino Alto Adige. La voce dell’esistenza del canale aperto alla Motorizzazione palermitana si era sparsa in giro per l’Italia. Palermo, Brescia, Cassola, Vicenza, Palagonia: le agenzie di disbrigo pratiche sapevano a chi chiedere aiuto.

Le richieste di pena

Queste le richieste di condanna: 12 anni Luigi Costa, 9 anni e sei mesi Giuseppe Palermo, 6 anni e 4 mesi Alfredo Gioietta, 5 anni e 4 mesi Giuseppe Calabrese, 4 anni e 10 mesi Rosario Domenico Antonio Crapa, 4 anni e 4 mesi Maurizio Caruso e 4 anni Giuseppe Gullo, Giovanna Passavia 12 anni, Rosario Rubino 6 anni e 2 mesi, Walter Bacile 6 anni, Nadia Abitabile e Filippo Maniscalco 4 anni e 10 mesi ciascuno, Salvatore Cavarello e Michelangelo Fricano 4 anni e 8 mesi ciascuno, Gerlando Caracolici e Lelio Calabrese 4 anni e 4 mesi ciascuno; Jordan Peli, Daniele Cammarata, Nicolò Bonelli e Antonio Gelsomino 4 anni e 2 mesi ciascuno, Francesco Caponetto 2 anni e 10 mesi, Giancarlo Ferraro 2 anni e 2 mesi.


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