PALERMO – Appalti e affidamenti per decine di milioni di euro sotto inchiesta. Le microspie piazzate negli uffici della Protezione civile siciliana avrebbero fatto emergere “episodi di frode in pubbliche forniture e corruzione”.
Si tratta innanzitutto di mascherine e guanti acquistati per fronteggiare il Covid nei giorni più bui dell’emergenza. La pandemia sarebbe stata una manna dal cielo per affaristi e faccendieri. Le forniture sospette sfonderebbero il tetto dei 50 milioni di euro.
“Le intercettazioni svolte hanno dimostrato che alcuni pubblici funzionari, in accordo con gli imprenditori autori delle forniture, hanno celato il fatto che i dispositivi venduti alla Protezione civile siciliana non possedessero i requisiti di difesa dal virus Covid-19”.
Così scrivono i pubblici ministeri negli atti depositati al Tribunale del Riesame che nei giorni scorsi ha confermato gli arresti domiciliari per il funzionario Luigi De Luca. Quest’ultimo viene indicato “tra i pubblici ufficiali che si sono prestati a fornire questa protezione agli imprenditori autori delle forniture fraudolente”.
Livesicilia ha ricostruito che fra i contatti di De Luca c’erano quelli con Emanuele Mezzasalma e Nunzio Adesini della società “Cinecittà”. Adesini è stato arrestato lo scorso novembre perché avrebbe corrotto alcuni funzionari del Genio civile catanese. A De Luca diceva di sentirsi “abbandonato”. Il funzionario lo tranquillizzava: “Tutto quello che posso fare… ma non dipende da me… vedo quello che posso fare lo sai che mi impegno”.
La “Cinecittà” ha ottenuto nell’aprile 2020 una commessa con affidamento diretto, dunque senza gara, dalla Protezione civile siciliana per la fornitura di due milioni di mascherine Ffp2 e un milione chirurgiche per un importo di 7 milioni e 300 mila euro. La metà è stata pagata, per la restante parte è in corso contenzioso.
Non è il solo filone investigativo aperto. Non è casuale che si parli al plurale di pubblici funzionari e di corruzione. Un reato che nel caso della “Cinecittà” non risulta fra quelli contestati. Nel caso di De Luca i pm coordinati dal procuratore aggiunto Sergio Demontis hanno ritenuto necessario intervenire subito dopo che le telecamere dei finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria avrebbero immortalato il passaggio di denaro. Microspie e telecamere sono rimaste accese in altre stanze.