Sono giorni ancora difficili per la terapia intensiva Covid dell’ospedale ‘Cervello’ di Palermo. E facili non sono mai stati. Le ondate riempiono e svuotano il reparto, adesso siamo in una fase di ingressi bilanciati, purtroppo, dai decessi. Stamattina i pazienti ricoverati erano dodici, di cui nove non vaccinati. C’è ansia, tra i nuovi pazienti, per il caso di un ragazzo di ventisei anni che, nonostante sia vaccinato con doppia dose, si trova in rianimazione per una rara complicanza del coronavirus che ha aggravato le sue condizioni generali. Una condizione dolorosa ed eccezionale che si riscontra in pochissimi quadri clinici. Per lui, come per tutti, si sta facendo l’impossibile.
Il malato di Covid tipico delle aree di maggior rischio – come ha spiegato più volte il primario, Baldo Renda – è il settantenne non vaccinato. La lezione che arriva dagli ospedali non cambia: i non vaccinati sono sempre i più coinvolti e sono quelli soggetti al maggiore pericolo di non farcela. Questa è l’evidenza, il resto è un cumulo di fake news. Lo ha ricordato anche il Dasoe, il dipartimento regionale dell’assessorato alla Salute nell’ultimo rapporto: “La maggioranza dei pazienti in ospedale nella settimana in esame risulta non vaccinata (75,9% in area medica e 84,4% in terapia intensiva) o con ciclo vaccinale non completo (9,7% area medica e 5,8% terapia intensiva)”. Non vaccinata significa che non ha ricevuto nemmeno una dose.
I numeri confermano dopo quello che i medici sanno prima. C’è un grande scoramento tra le file del personale sanitario. Si assiste a morti che sarebbero tutt’altro che ineluttabili. Ci sono persone che muoiono per avere scelto di non vaccinarsi. Dopo tanti mesi di pandemia è ancora più inaccettabile.