PALERMO – Con un colpo di spugna elettronico l’ex funzionario dell’Inps avrebbe cancellato i debiti previdenziali delle aziende “amiche”. I debiti sparivano con un clic e poteva essere rilasciato il Durc (Documento unico di regolarità contributiva). La quinta sezione del Tribunale di Palermo, presieduta da Marina Minasola, ha condannato Nicolò Ancona a 4 anni di carcere.
I finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo, nell’ambito di un’indagine coordinata dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dal sostituto Chiara Capoluongo, nei mesi scorsi eseguirono un sequestro d’urgenza. Ora il Tribunale ha ordinato la confisca di 200 mila euro. A tanto ammonterebbe il profitto del reato contestato ad Ancona, 67 anni, oggi in pensione che dovrà anche risarcire l’Insp, parte civile al processo. Il danno sarà quantificato in sede civile.
Più di venti sono le aziende che avrebbero goduto dell’aiuto di Ancona, che è stato assolto da due capi di imputazione. Fu l’Inps a notare anomalie “lavorazioni” nel sistema informatico dell’azienda. Le anomalie risalgono agli anni compresi tra il 2011 ed il 2015 e riguardavano pratiche di “abbandono e sospensione dei crediti previdenziali”. Tra i beneficiari titolari di un’impresa di trasporto, una gelateria, un cinema, un ambulatorio di medicina specialistica, un asilo nido, un’agenzia di pratiche automobilistiche e una immobiliare, cooperative sociali.
Ancona, già condannato dalla Corte dei Conti, bypassando la necessaria autorizzazione del direttore di sede, avrebbe alterato i fascicoli di 13 aziende, cancellando con motivazioni infondate i debiti e determinando un buco nelle casse dell’Inps.
Per rilasciare il Durc l’Inps attiva un sistema cosiddetto a semafori. Verde, rosso e giallo fotografano una situazione regolare, da stoppare o da regolarizzare. Nel caso delle tredici aziende il colore era verde senza che potesse esserlo.
In cambio di cosa? Le indagini hanno fatto emergere versamenti in contanti “anomali” da parte di Ancona nei suoi conti bancari.