Palermo e Catania tra le città più inquinate: il rapporto di Legambiente - Live Sicilia

Palermo e Catania tra le città più inquinate: il rapporto di Legambiente

Oltre la soglia il livello di PM10 nella città etnea

Legambiente ha fornito il rapporto ‘Mal’Aria’ del 2022. Da questo emerge che molta parte dell’Italia è inquinata, tra queste la Pianura che va dall’Emilia Romagna all’agglomerato di Milano, Bergamo, Brescia, Roma, Venezia, Treviso, Padova, Vicenza, Verona, Torino. Tra queste, purtroppo, anche Palermo e Catania.

Il capoluogo è la terza città d’Italia per concentrazioni di biossido di azoto e Catania, in viale Vittorio Veneto, ha la terza centralina con una media di Pm10 più alta d’Italia, con 35 microgrammi per metro cubo.

Il rapporto è stato effettuato prendendo in considerazione i dati di 238 centraline per il monitoraggio dell’aria di 102 città capoluogo di provincia. In particolar modo sono stati presi in considerazione i dati relativi a tre inquinanti delle aree urbane che sono le polveri sottili (PM 10 e PM 2,5) e gli ossidi di azoto – in particolar modo il biossido di azoto (NO2). 

Livelli di PM10

I livelli di PM10 sono stati misurati da 230 centraline. Le città che hanno superato per più di 35 giorni la media giornaliera di 50 microgrammi per metro cubo (µg/mc), cioè il limite previsto dalla normativa, sono state 31. Nessuna centralina ha superato il limite della media annuale (stabilito in 40 µg/mc) mentre solo 9 hanno rispettato il nuovo valore suggerito dall’OMS per questo parametro (15 µg/mc). Le centraline che hanno registrato la media annuale più elevata sono quelle di Milano (Senato) con 37 µg/mc, Torino (Grassi) 36, Alessandria (D’Annunzio) e Catania (Viale Vittorio Veneto) con 35.

Livelli PM2.5 e NO2

Per il PM2.5 sono 139 le centraline tra quelle utilizzate che hanno monitorato questo inquinante: in un caso una centralina ha superato il limite normativo previsto (25 µg/mc)registrando una media annua di 28 µg/mc (Napoli – Ospedale Santobono2); sfiora il limite normativo la centralina di Cremona (via Fatebenefratelli) che si è fermata a 25 µg/mc, mentre nessuna è riuscita a rispettare il nuovo valore OMS fissato in 5 µg/mc. Per il biossido di azoto (NO2) sono stati rilevati i dati in 205 centraline di monitoraggio sulle 238 considerate. In 13 di queste non è neanche stato rispettato il limite previsto da normativa (40 µg/mc) mentre solamente 14 centraline hanno registrato valori che soddisfano le raccomandazioni dell’OMS (media annuale inferiore a10 µg/mc). Le situazioni più critichesi sono registrate a Napoli (centralina Ferrovia 48 µg/mc, Museo Nazionale 42 µg/mc), Torino (Rebaudengo 48 µg/mc e Consolata 43 µg/mc), Firenze (Gramsci 45 µg/mc), Milano (Marche 44 µg/mc e Senato 41 µg/mc), Palermo (Di Blasi 52 µg/mc e Castelnuovo 41 µg/mc), Catania (Viale Vittorio Veneto 44 µg/mc), Roma (Fermi 47 µg/mc e Francia 43 µg/mc), Genova (Corso Europa 51 µg/mc). 

Soluzioni

Per il PM10 le città dovranno ridurre le concentrazioni mediamente del 33% per poter rientrare nei prossimi anni nei limiti più stringenti dell’OMS. Le città più distanti dall’obiettivo sono Alessandria (media annuale 33 µg/mc rispetto al limite OMS di 15 µg/mc); Milano (32 µg/mc), Brescia, Lodi, Mantova, Modena e Torino (31 µg/mc), che dovranno ridurre le concentrazioni di oltre il 50%. Situazioni difficili e obiettivo lontano anche per Asti, Avellino, Cremona, Padova, Piacenza, Reggio Emilia, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza (30 µg/mc). Delle 102 città analizzate per le quali è disponibile il dato, solo 5 al momento rientrano nei parametri fissati dall’OMS. Per il PM2.5, la parte più fina delle polveri sottili e quella che desta maggiori preoccupazioni dal punto di vista della salute, l’obiettivo di riduzione delle concentrazioni a livello nazionale è addirittura del 61%.

Le criticità maggiori si presentano a Cremona e Venezia (media annuale 24 µg/mc quasi 5 volte il limite OMS di 5 µg/mc) che dovranno ridurre le concentrazioni del 79%, seguite da Vicenza (22 µg/mc), Piacenza, Padova, Milano (21 µg/ mc), Asti, Alessandria, Verona, Torino e Treviso (20 µg/mc) che dovranno ridurre le loro concentrazioni per più del 75%. Per l’NO2 l’obiettivo deve essere del 52%, con le criticità maggiori registrate a Milano(media annuale 39 µg/mc contro un valore OMS di 10 µg/mc) e Torino (37 µg/mc) che dovranno ridurre le concentrazioni rispettivamente del 74% e 73%; seguite da Palermo e Como (36 µg/ mc), Bergamo (35 µg/mc), Trento e Teramo (34 µg/mc), Monza e Roma (33 µg/mc), Napoli e Bolzano (32 µg/mc), Firenze e Pavia (31 µg/mc) che dovranno ridurre le concentrazioni di oltre il 68%. Delle 102 città analizzate per le quali è disponibile il dato, solo 5 al momento rientrano nei parametri fissati dall’OMS.


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