Palermo e la mafia nigeriana, giallo sulla morte di Emeka Don - Live Sicilia

Palermo e la mafia nigeriana, giallo sulla morte di Emeka Don

Il Pm ha chiesto l'archiviazione ma alla famiglia del giovane morto nel 2019 restano le domande

PALERMO – 12 persone sono indagate – ma la procura ha chiesto l’archiviazione – per la morte di Emeka Don. Medici e infermieri sono sottoposti ad indagine per omicidio colposo. E’ deceduto al Civico di Palermo nel 2019 sembrerebbe per un arresto cardiaco a causa di una crisi diabetica dove era stato scortato e trasferito dal carcere Pagliarelli. Una autopsia e maggiori esami eseguiti dal dipartimento di medicina legale del Policlinico di Palermo scrivono nero su bianco alcune lacune in merito alla morte naturale del giovane nigeriano.

La storia di Emeka Don sembra essere un capitolo di un romanzo noir ma è la vita di un 29nne nigeriano che viveva a Palermo.

Nel 2015 il ragazzo subisce una violentissima aggressione da suoi connazionali tra corso Tukory e il mercato di Ballarò. Da quel giorno decide di collaborare con le forze dell’ordine e grazie alle sue dichiarazioni pare abbia svelato l’identità di alcuni dei componenti della Black Axe, la mafia nigeriana che fa affari a Palermo con cosa nostra. Nel 2016 il lavoro degli investigatori, incrociato con le dichiarazioni del “collaboratore” nigeriano, hanno permesso di sottoporre in stato di fermo sedici uomini ed una donna in tutta Italia nelle varie celle operative della Black Axe.

Riti, affari illeciti, struttura della “gang”, questi solo alcuni degli elementi che Emeka Don sembra aver raccontato agli investigatori palermitani. Nel 2019 lo stesso giovane nigeriano viene coinvolto in una nuova trance di inchiesta. Viene accusato di essere un componente di Viking – sembrerebbe un’altra banda criminale nigeriana –  lui si dichiarerà sempre innocente, sino al giorno della sua morte.

Una storia che non viene digerita facilmente dalla famiglia ne dagli amici che conoscevano Emeka che lo raffigurano come un giovane forte. Ma ancora di più in merito alla sua “paraddossale” morte, gli amici si chiedono: “Perchè è stata spedita in Nigeria la salma?”. Il giovane Emeka a Palermo aveva una compagna ed una figlia. Una morte che per gli amici di Emeka non è “naturale”.

Nel frattempo il Gip del tribunale di Palermo Giuliano Castiglia il 15 febbraio 2021 ha accolto la richiesta dei Pm nel procedere all’incidente probatorio “cartolare” – in quanto la salma è stata spedita, quindi impossibile da riesumare –  nominando i periti: il  professor Alessio Asmundo, medico legale a Messina e il professor Michele Giannetto cardiologo di Messina.

Il 18 novembre 2021 il pubblico ministero Giorgia Righi ha presentato al giudice per le indagini preliminari una richiesta di archiviazione in “relazione al procedimento indicato”. 

Per la morte di Emeka si è trattata di una tragica fatalità? Per gli amici e parenti, resterà avvolta nel mistero? La parola passa al tribunale di Palermo.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI