Palermo e le fognature incompiute: stanziati 76 milioni dei fondi Fsc

Palermo e le fognature incompiute: stanziati 76 milioni dei fondi Fsc

La storia degli appalti e la decisione della giunta Lagalla
il provvedimento
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PALERMO – Per gli scarichi e la depurazione a Palermo, l’amministrazione presieduta da Roberto Lagalla torna in buona parte al progetto originario, che risale alla metà degli anni ’80 quando il territorio comunale era stato diviso un due grandi aree separate dalla direttrice Villa Adriana-Palazzina Cinese.

Palermo, il piano per i reflui fognari

La delibera predisposta dall’assessore ai Lavori pubblici Salvatore Orlando è stata approvata ieri dalla giunta. Il sistema Sud-Orientale, sin dalle origini, comprendeva l’impianto di depurazione di Acqua dei Corsari (che può trattare i reflui di circa 400 mila residenti). Quello Nord-Occidentale contava sull’impianto di Fondo Verde (progettato per circa 100 mila residenti).

Quest’ultimo sistema prevedeva il prolungamento del collettore fino a “Cala Isola” per lo smaltimento delle acque meteoriche e delle acque depurate. Il progetto venne curato dalla Casmez, l’Agenzia per la promozione e lo sviluppo del Mezzogiorno.

I lavori nel 1988 furono assegnati alla società Italispaca. Ma nel 2002 venne costituita l’Area marina protetta di Capo Gallo-Isola delle Femmine e venne imposto un vincolo di tutela ambientale nell’area individuata per lo scarico sottocosta. Fu così bloccato il completamente del secondo lotto del collettore Nord-Occidentale.

Il sistema di smaltimento

I reflui da Fondo Verde, dal 1998, vengono immessi nella rete fognaria e diretti verso il porto. Intanto nel 2012 lo Stato fu oggetto di una sentenza della Corte di giustizia europea per la violazione dei principi sul trattamento delle acque reflue urbane con riguardo ad alcune città, tra cui Palermo.

Si pensò di riconvertire l’impianto di Fondo Verde a stazione di sollevamento per poi dirigere gli scarichi verso il depuratore di Acqua dei Corsari e di utilizzare il canale del cosiddetto Ferro di cavallo per lo scarico di emergenza.

Ma l’Amap bocciò questa soluzione per due motivi. Il primo è che il Ferro di cavallo è inadeguato. Il secondo è che il trasferimento degli scarichi fino all’impianto di sollevamento a Porta Felice e poi al depuratore di Acqua dei Corsari rende quest’ultimo insufficiente.

Il depuratore di Fondo Verde

Si è ritornati così al punto di partenza prevedendo la disconnessione tra il bacino Nord e quello Sud e il ripristino della funzionalità di Fondo Verde come depuratore.

Nel marzo dell’anno in corso, è arrivato sui tavoli del Comune lo studio del Consorzio universitario per le scienze del mare Conisma che ha valutato positivamente “l’attuazione dell’intervento di adeguamento dell’impianto di depurazione di Fondo Verde Giardini comprese le opere di scarico a mezzo di una condotta sottomarina” (che si allontana dalla costa per un chilometro e mezzo) delle acque bianche del bacino Nord della città.

Nel maggio scorso è intervenuta la Regione che, con un accordo con la Presidenza del Consiglio dei ministri, ha individuato le risorse nel Fondo di sviluppo e coesione (Fsc). La spesa complessiva è di 76 milioni. Lo schema di convenzione approvato dalla giunta Lagalla sarà firmato anche dal Commissario unico per la depurazione e dal Commissario regionale contro il dissesto idrogeologico.

Le parole di Lagalla

“La delibera di Giunta è un ulteriore passo in avanti verso un traguardo – dice il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla – che la città aspetta da tempo ed è frutto di un progetto predisposto da Amap che ringrazio per il supporto al Comune. L’amministrazione si sta impegnando per dare una risposta importante e tutto questo è reso possibile dalla collaborazione tra le istituzioni – conclude – a cominciare dalla Regione Siciliana, il Commissario per il dissesto e il Consorzio dell’Università”.


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