Miceli, gli stati generali e la riserva: cosa succede a sinistra

Miceli, gli stati generali e la riserva: cosa succede a sinistra

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    Solo la paura di perdere può spingere ad alleanze innaturali. Va bene così, con Franco Miceli e il coraggio di vincere.

    “In molti, in queste settimane, mi stanno scrivendo e non sono entusiasti del modo col quale si è arrivati al nome di Franco Miceli”.
    Queste parole sono state pronunciate dall’ ormai ex sindaco di Palermo, Leoluca Orlando.
    Non ci vuole molto per capire che Orlando non è molto contento di questa scelta.
    Franco Miceli ha accennato a una discontinuità rispetto al passato , e questa frase mette in allarme i fedelissimi di Orlando.
    Orlando ha poi espresso “inquietudine perché Palermo non può tornare indietro, non può essere consegnata la scelta dei candidati ai condannati per mafia.  Sarebbe incoerente con il cambiamento culturale di questa città. Bisogna parlare di programmi, possibilmente – ha aggiunto Orlando – invitando magari qualche assessore dell’attuale giunta che conosce meccanismi e criticità della città”.
    In parole povere, Miceli dovrebbe “imbarcare” nella sua giunta i suoi fedelissimi che “ conoscono i meccanismi e le criticità della città”.
    Orlando sa bene che i suoi assessori , se venissero candidati, rischiano di essere bocciati sonoramente dagli elettori e allora cerca di imporli all’ eventuale nuovo sindaco.
    Il PD   punta al “modello napoletano” cioè a una candidatura civica sostenuta da uno schieramento ampio che va dalla sinistra radicale a pezzi di mondo moderato.
    Ciò rischia di far bocciare, dagli elettori, tutti i protagonisti dello sfascio di questi 10 anno’. Ecco perché  Giusto Catania, “assessore alla Mobilità e custode di una ortodossia legata alla ‘visione” orlandiana” teme che alla fine a pagare questa scelta siano proprio gli uomini e le donne del “cerchio magico”.

    La candidatura di Miceli: una Caporetto. Chi glielo fa fare?

    L’architetto Franco Miceli ha esposto in modo molto chiaro che il suo progetto per Palermo punta decisamente al mutamento di strategia politica con cui tutti siamo chiamati a fare i conti per agganciare la città all’Italia e al mondo. Siamo a una svolta decisiva che richiede senso di responsabilità non solo per le decisioni di oggi, ma anche per quelle a lungo termine, questo è bene ricordarlo. Non basta vincere bisogna governare

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Gli ultimi commenti su LiveSicilia

Ma veramente il senatore e il garante comunale o regionale dovevano svolgere un ruolo di garanzia e controllo in precedenza non intervenire a cose fatte. Tutto ciò evidenzia che non servono poi tanto i carcerati ,i carcerieri se la cantano e se la suonano da soli ,salvo poi intervenire a cose fatte . E i vertici regionali delle carceri ????? Buuu non pervenuti!!

E' sconcertante come Salvini, che tra parentesi prima era contrario al ponte, adesso si ostini a esserne paladino e costringendo il governo a continuare un immane sperpero di fondi pubblici, soldi dei contribuenti, per un opera dal fortissimo impatto ambientale, in un area a altissimo rischio sismico, sede di faglia, e sicuramente no n prioritario rispetto alle tante criticità del sud e della Sicilia in particolare. Un opera tra l'altro la cui fattibilità è un grosso punto interrogativo, confutata da stuoli di esperti del settore dell'ingegneria dei ponti. No al ponte, si alle cose che davvero servono.

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