PALERMO – La Provincia di Palermo tenta di salvare Palermo Energia, la sua società partecipata che potrebbe scomparire da qui a fine anno per via di un decreto del governo nazionale. L’esecutivo ha infatti deciso che tutte le società strumentali degli enti locali debbano essere privatizzate o liquidate entro fine dicembre, a meno che Roma non conceda una deroga.
Ed è proprio in questo che sperano lavoratori e sindacati, che ieri hanno incontrato il presidente Giovanni Avanti e il profossor Giuseppe Frisella, incaricato di redigere la relazione da inviare all’Authority. “Una relazione dalla quale emerge non solo che non stiamo parlando di un carrozzone, che ha invece tutti i conti in ordine – dice Mimma Calabrò della Fiscascat Cisl – ma che Palermo Energia è più economica del 4 per cento rispetto alle alternative presenti sul mercato. La situazione delle partecipate delle Province è assai anomala: nel resto d’Italia non sono state abolite, in Sicilia sì. Il bando pubblico diventa impossibile, se il 17 giugno subentrano i commissari. Chiediamo una proroga ma soprattutto che si salvaguardino i posti di lavoro e i servizi”.
La società, oltre a svolgere servizi strumentali, dovrebbe cominciare a occuparsi anche di pubblici come le verifiche degli impianti termici, l’energy auditing, l’installazione dei pannelli solari e le manutenzioni nelle scuole. I sindacati hanno chiesto anche un incontro al premier Enrico Letta e saranno ascoltati dalla commissione Lavoro dell’Ars.
“Palermo Energia, società partecipata della Provincia di Palermo, risponde ai criteri di economicità e interesse generale. Ma la richiesta di deroga da avanzare all’Autorità garante della concorrenza e del mercato, per chiedere una deroga ed evitare la chiusura, dovrà essere studiata a fondo per evitare errori e non rischiare di compromettere i livello occupazionali”: lo afferma Marianna Flauto della Uiltucs, che ha chiesto un nuovo incontro alla Provincia per chiedere rassicurazioni e la massima attenzione nella realizzazione della relazione. Secondo una norma nazionale, infatti, prevede la privatizzazione o la liquidazione delle società partecipate che non rispondono a determinati criteri.
“Non bisogna avere nessuna premura – spiega Flauto – anche perché le ultime indicazioni evidenziano come i lavoratori abbiano tante mansioni che consentano di svolgere numerose attività, mentre i servizi svolti rispondono a criteri di economicità perché i costi sono ridotti rispetto alle tabelle Consip. La Palermo Energia ha tutte le carte in regola per rimanere in vita ma bisogna preparare nei minimi dettagli la richiesta da inoltrare all’Autorità. Ci stiamo muovendo comunque su un altro fronte – prosegue Flauto – con la richiesta a Roma di una proroga al crono programma in considerazione della riforma che in Sicilia ha portato alla cancellazione delle Province. La fretta rischia solo di essere cattiva consigliera, anche perché l’unico termine perentorio da rispettare è quello del 31 dicembre”.