PALERMO – Condanna confermata per un farmacista. Assolto, invece, l’amico accusato di essere stato suo complice nell’incursione a casa dell’ex moglie. Un’incursione spericolata, visto che si calò in terrazza dal piano di sopra.
Il collegio di appello presieduto da Adriana Piras ha confermato la condanna al pagamento di 400 euro di multa e di una provvisionale da seimila euro in favore della vittima, parte civile con l’assistenza degli avvocati Mauro Torti e Corrado Nicolaci.
Nei confronti di F.T. ha retto l’accusa di “esercizio arbitrario delle proprie ragioni”. Il farmacista sarebbe piombato in casa della ex moglie per ribadire in maniera eclatante che l’immobile era suo ed era la donna a dovere fare i bagagli.
Era un giorno di settembre del 2014. Il farmacista ed il suo amico, M.D.B. (ora assolto, ero difeso dall’avvocato Rosario Loria) si presentarono a casa di una condomina nel palazzo del centro città. L’imputato mostrò un finto tesserino della polizia. Doveva calarsi con la scala fin nel terrazzo dell’ex moglie. Non sopportava, così sostiene l’accusa, che avesse dovuto rinunciare all’immobile.
Un volta nel terrazzo avrebbero scardinarono la porta di ingresso e fatto irruzione nell’appartamento. La domestica sentì i rumori di chi armeggiava con il cacciavite.
Volarono parole grosse e insulti. La domestica fu messa alla porta. Tutti e due chiamarono la polizia. Arrivò l’ex moglie che in quella casa aveva diritto di abitare. Nel corso del processo di primo grado è emerso che fosse stato il marito ad abbandonare il tetto coniugale. Inoltre la casa era formalmente intestata all’uomo, ma di fatto era stata acquistata dalla famiglia della moglie.