PALERMO – La manovra del farmacista fu tanto spericolata quanto efficace. Riuscì, infatti, ad entrare in casa dell’ex moglie saltando un muretto e calandosi con una casa sul terrazzo. L’incursione, però, ieri gli è costata una condanna per esercizio arbitrario delle proprie ragioni.
Arbitrario e spericolato a leggere il racconto dei protagonisti. Il farmacista, una mattina del settembre 2014, ferma una vicina sotto il palazzo nel centro di Palermo. Le dice che ha dimenticato le chiavi all’interno dell’abitazione e vuole verificare se è possibile entrarvi attraverso la sua abitazione.
“Una volta avuto accesso alla mia abitazione – racconta la vicina – saltava un muretto con l’aiuto di una scala e constatava che la porta finestra della sua casa era chiusa”.
All’ora di pranzo il farmacista ritorna. Non è più solo. Si fa accompagnare da un fabbro e da un terzo uomo “che si qualifica come poliziotto, tanto che mostrava un distintivo appeso al collo”.
All’interno della casa c’è la domestica dell’ex moglie, che ai poliziotti racconta: “Udivo un forte rumore come se qualcuno stesse armeggiando con un cacciavite sulla porta d’ingresso della terrazza, spaventata mi mettevo a urlare”.
“Sono io, apri la porta”, urla l’ex marito della sua datrice di lavoro. Niente da fare. La domestica lo lascia fuori, ma il farmacista riesce a forzare la prta finestra e “mi intimava di uscire in quanto l’abitazione era di sua proprietà”.
Nel corso delle indagini si è scoperto che l’uomo ci aveva provato nei giorni precedenti bussando alla porta di un’altra vicina di casa che lo aveva fatto entrare assieme ad altri due uomini. Si soprese: perché mai “non hanno suonato al campanello di casa?”.
Ieri la condanna decisa dal giudice onorario Provvidenza Di Grigoli: il farmacista deve pagare 400 euro di multa e una provvisionale di 6.000 euro in favore della ex moglie, parte civile con l’assistenza degli avvocati Mauro Torti e Corrado Nicolaci, oltre alle spese processuali. Stessa pena è stata inflitta all’uomo che lo aiutò nell’incursione. Avrebe dovuto rivolgersi a un giudice per fare valere i propri diritti e rientrare in possesso della casa coniugale dopo la separazione. Ed invece ha organizzato l’audace piano.