Il Palermo riparte da Carlo Osti. Giornata di presentazione allo stadio “Renzo Barbera”: il nuovo direttore sportivo dei rosanero è intervenuto in conferenza stampa da neo-dirigente del club di viale del Fante. Insieme a lui c’era anche l’amministratore delegato e direttore generale Giovanni Gardini, che ha preso la parola prima di introdurre Carlo Osti. Anche l’ad del Palermo ha affrontato diverse tematiche importanti a tutto tondo.
“Ringrazio De Sanctis e Migliaccio per quanto fatto in sei mesi con noi. Analizzando la situazione, al momento esprimiamo il nostro ovvio dispiacere per i risultati, dispiacere molto sentito che ci mette nella condizione di prendere decisioni. Dopo una attenta analisi approfondita abbiamo deciso di cambiare la direzione sportiva ed affidarci a Carlo Osti. Il suo curriculum è chiaro a tuti voi, di esperienze e competenza ne ha fatto un baluardo prima da calciatore e poi da dirigente. Le motivazioni principali sono determinate dal fatto che la direzione sportiva è andata in difficoltà nel momento di difficoltà. Non ci sono colpevoli o capri espiatori, siamo qui per prendere decisioni per il bene del Palermo, che ha tutte le carte in regola per essere protagonista nel campionato di Serie B”.
“Oggi i risultati dicono il contrario, ma i bilanci si fanno al termine della stagione. Annacquare tre mesi di difficoltà in due anni e mezzo è riduttivo. Non cerchiamo alibi, capiamo che è abbastanza inusuale per tutti il cambio di ds e non di allenatore. Ci sono motivazioni forti, abbiamo l’obbligo di guardare i risultati e dentro questi. Per le nostre valutazioni la squadra segue l’allenatore e questo può certificarlo anche Osti. Per questo abbiamo dato fiducia ad un allenatore bravo e capace che sente addosso la maglia del Palermo, convinto di poterlo portare fuori da questa situazione negativa. A inizio stagione ho detto di migliorare quanto fatto l’anno scorso, oggi questo non sta succedendo e abbiamo l’obbligo e la credibilità per tornare ad essere competitivi, abbiamo un ruolo che compete a tutto l’ambiente per ottenere questo tipo di risultato”.
“Gli avversari sono solo quelli che la domenica hanno una maglia di colore diverso – spiega Gardini -. Dobbiamo essere un tutt’uno e così si esce da questa situazione. I primi a essere rammricati sono la proprietà, non vogliono buttare soldi dalla finestra. È un investimento e si vede nel medio lungo periodo. Gli obiettivi restano gli stessi del 4 luglio 2022. Ci vorrà magari più tempo – ha aggiunto -. L’obiettivo di un amministratore è dare continuità, certezza e capacità di poter essere sostenuti e sostenibili nell’obiettivo da raggiungere”.
“Che fine ha fatto Mirri? È il nostro presidente, soffre eccessivamente lo stato dei risultati della squadra e penso non venga allo stadio per questo – risponde Gardini -. I ruoli sono ben definiti e le responsabilità pure. Il frontman? Non scappo, sono qui per rispondere a tutte le domande. Non ho mai ricevuto telefonate da nessuno di voi (si rivolge ai giornalisti, ndr), se qualcuno ha qualche necessità basta comporre il numero. Chi l’ha fatto penso possa certificare che sono stato a disposizione”.
“Cosa non ha funzionato finora? Io sono il responsabile dell’azienda, ma non ho compotenze e conoscenza per addentrarmi in attività sportve. Guardo le partite e non sono a Torretta tutti i giorni, non posso esprimere opinioni a riguardo. Abbiamo cambiato direzione sportiva perché non avevamo risposte di cui avevamo bisogno. Poi i fronti di valutazione possono essere infiniti, ma sono aspetti sportivi e ci sono soggetti dedicati a questo e loro devono dare soluzioni”.
“Per fortuna abbiamo trovato persone, oggi 50 dipendenti, e dal punto di vista dei ricavi siamo i migliori della Serie B. Abbiamo investito tanto sul centro sprotivo e stiamo investendo tanto sullo stadio. Questo dimsotra la volontà del viaggio che il CFG vuole fare a Palermo e al Palermo. Sono cose fatte per radicalizzarsi in maniera forte sul territorio e in Serie B, oggi, ma in Serie A domani. Questo mi rende orgoglioso e sono dispiaciuto per i risultati, ma potrà cambiare”, spiega.
“Ruolo di Bigon sul Palermo? Zero. Nell’idea del CFG la responsabilità delle decisioni è sulle singole società sia a livello sportivo che business. È un vantaggio per le squadre del CFG avere una struttura di supporto alle spalle, da tutti i punti di vista. Le decisioni per ora sono in capo al sottoscritto e per la direzione sportiva a Carlo Osti. Lui propone le soluzioni, se dal punto di vista conocmico ci siamo, poi si va al confronto con Manchester. Sono sempre state così, la fortuna di avere un capo di un’area italiano è un upgrade“.
“Stanziata una cifra? Al ds ho detto ‘noi siamo a disposizione per migliorare la squadra‘. Non c’è nessun limite diciamo, è una valutazione tecnica. Deve portare i profili necessari e la società non si tira indietro. Più la squadra sta in Serie B più il gruppo perde. Un numero non è stato fatto, la mission per ora è migliorare la squadra. Errori? Non c’è capro espiatorio o colpevoli, cerchiamo soluzioni. Nessuno ha parlato di fallimento. Io non parlo di fallimento, sono qui per prendere decisioni per il bene del Palermo. Abbiamo ritenuto che una serie di valutazioni sulla direzione sportiva non davano risposte. I panni sporchi vengono lavati in casa, questo è il mio compito. La verità è una, stiamo facendo male e lo sappiamo. Dobbiamo migliorare, punto”.