PALERMO – Dieci domande all’Amministratore Delegato del Palermo. Così Giovanni Gardini mette la parola fine alla stagione da poco conclusa dei rosanero, con un’intervista rilasciata ai microfoni ufficiali del club del capoluogo siciliano. I temi affrontati sono diversi, dalla delusione dei tifosi per il finale di campionato alla programmazione del prossimo anno per la società di viale del Fante. Chiarezza, pianificazione e idee ben definite nelle parole del dirigente del club rosanero. Tutti elementi ereditati dalla gestione del City Football Group, la holding emiratina che circa un anno fa ha acquistato le quote di maggioranza della squadra calcistica di Palermo.
L’INTERVISTA
DELUSIONE PLAY-OFF
Come valuta la stagione del Palermo?
“Ma indubbiamente la stagione che si è appena conclusa non può essere che considerata positiva in un campionato altamente competitivo e difficile come quello di questa stagione, uno dei più difficili di tutta la storia della Serie B. Il risultato finale lascia sicuramente un po’ di rammarico, anzi molto rammarico, perché siamo arrivati a pochi minuti da poter disputare i play-off e quindi questo sicuramente ci lascia l’amaro in bocca. Però dobbiamo considerare come abbiamo cominciato la stagione, da dove siamo partiti, e quindi riteniamo che questo alla fine possa essere considerato un risultato positivo, perché abbiamo centrato gli obiettivi che ci eravamo posti all’inizio della stagione”.
Rimane il rammarico per la mancata qualificazione ai play-off?
“Certo rimane. Sarebbe anche riduttivo pensare che non che non fosse così perché siamo arrivati a fine primo tempo che eravamo settimi e se la Reggina non fa il gol al 94° avremmo centrato l’ulteriore step che si poteva raggiungere, però con i se e con i ma non si fa strada. Dobbiamo considerare come si arriva ad ottenere certi risultati e certi risultati si ottengono attraverso il metodo, la programmazione, il cercare di migliorare giorno per giorno il lavoro che si va a costruire. Da questo punto di vista non possiamo che essere soddisfatti in considerazione del fatto che vincere è il nostro obiettivo. Però dobbiamo star bene attenti a non vincere per casualità”.
“La casualità non produce nessun tipo di beneficio se non il piacere momentaneo. Noi invece dobbiamo creare le solide basi per avere un club importante nella massima serie. Il tempo è quello che ci vorrà, che si renderà necessario. Però è chiaro che il percorso è segnato ed è fatto da comportamenti che devono essere giorno per giorno messi assieme uno all’altro per poter arrivare il prima possibile dove ci siamo prefissati. Per caso si può vincere una volta su dieci. Se programmi e crei certi presupposti puoi vincere nove volte su dieci. Questo deve essere il punto di partenza per un prossimo campionato che dovrà avere altre caratteristiche”.
Molti tifosi sono comunque rimasti scontenti. Come risponde?
“Ma i tifosi, che siano scontenti, è un loro diritto, è corretto. Ci hanno sostenuto per tutta la stagione e avere portato 32.000 persone allo stadio in occasione dell’ultima partita decisiva con il Brescia è un motivo di orgoglio e un motivo di soddisfazione e anche un grandissimo senso di responsabilità. Perché quindi significa che questa piazza e questi tifosi meritano quello che stanno cercando di chiedere. E noi abbiamo il dovere di portarli dove loro vogliono e quindi è ancora maggiore la responsabilità che ci sentiamo tutti noi addosso. Noi chiediamo soltanto il fatto di essere valutati in base a quello che si fa e non a quello che si dice. E in questo senso è molto importante la valutazione che il tempo deve essere appunto un’opportunità da sfruttare e non un alibi”.
“Abbiamo però cominciato a costruire una società che quattro anni fa era in Serie D. Un anno fa si erano vinti i play-off. Pochi giorni prima dell’inizio del campionato allenatore e direttore sportivo hanno deciso di prendere una strada diversa e abbiamo dovuto ripartire con una nuova proprietà. E quest’anno sarà il primo anno in cui la nuova proprietà potrà programmare la prossima stagione. Quindi sono tutte componenti che hanno una loro rilevanza. Noi riteniamo che con metodo, con programmazione, con serietà, con competenza a Palermo si possono ottenere risultati quasi inimmaginabili perché il tifoso è giusto che debba sognare”.
“Noi siamo dispiaciuti alla fine per non essere riusciti a dare loro la soddisfazione di portare la squadra ai play-off. Però dobbiamo ricordarci, ed essere onesti, da dove siamo partiti e quello che abbiamo ottenuto in una stagione e quindi questo deve essere un motivo di orgoglio per la squadra, per quello che ha fatto nelle 38 partite. Deve essere un punto di partenza per il campionato prossimo perché riteniamo che questo sia fondamentale per il raggiungimento di determinati obiettivi”.
IL PALERMO DI CORINI
Come valuta la stagione di mister Corini?
“Positiva. Come quella della squadra, ovviamente. Eugenio è un tecnico preparato, capace, determinato, una persona seria, un grandissimo lavoratore. Lui e il suo staff. L’abbiamo scelto dopo un’attenta analisi, anche in considerazione del fatto che è stato il capitano di questa squadra, forse nel periodo più fulgido della storia del Palermo. Ed era quindi ben consapevole di quelle che erano le responsabilità e le pressioni in cui sarebbe incorso allenando il Palermo. Però la sua personalità, che in campo dimostrava e che ha portato i risultati ad essere uno dei centrocampisti più apprezzati, ha dimostrato anche quest’anno di averla come allenatore, mantenendo la barra dritta nei momenti di difficoltà, non scoraggiandosi dopo un periodo complicato all’inizio, accettando una sfida così gravosa di responsabilità e di pressioni come quella di allenare una squadra come il Palermo”.
“Riteniamo che il lavoro fatto dallo staff tecnico sia stato un lavoro molto positivo. Chiaramente sempre si può far meglio, tutti noi possiamo far meglio e anche la squadra avrebbe potuto far meglio, ma evidentemente non eravamo pronti e abbiamo iniziato un percorso biennale. Abbiamo visto tanti risultati e come sono stati ottenuti. Riteniamo, per questo motivo, che sia corretto proseguire il rapporto professionale con lui in maniera molto seria, consapevoli delle sfide che ci aspettano l’anno prossimo da cui non ci vogliamo assolutamente nascondere o sottrarre”.
Com’è cresciuto il club quest’anno?
“Il club ha fatto moltissimo e di questo siamo fieri ed orgogliosi perché siamo arrivati e abbiamo trovato un insieme di ragazzi che hanno molta voglia di lavorare, ma erano numericamente pochi e abbiamo dovuto supportarli e di questo devo ringraziarli per la disponibilità che ci hanno dato. Siamo cresciuti in tutte le aree, dell’area finance, l’area organizzativa, l’area commerciale, l’area delle operation, però c’è ancora moltissimo da fare. Lo dimostra il risultato che ha ottenuto la Primavera quest’anno, che è un risultato molto importante, ha ottenuto la promozione battendo il Bari dopo aver vinto la regular season. Questo per significare che un settore giovanile che è rinato con la nuova società di Dario Mirri, poi dopo ha ottenuto un risultato dopo quattro anni”.
“Ci vuole tempo e pazienza. Stiamo cercando di passare da un gruppo di ragazzi che vogliono costruire una società a diventare un club importante, ma per fare questo abbiamo bisogno di creare i presupposti attraverso il lavoro quotidiano, lo stare insieme, il migliorarci, il voler migliorare ogni aspetto della vita sportiva di una società. Perché il campo è il risultato di tutto questo insieme di attività. Queste attività sono sconosciute a molti, ma sono quelle che creano i presupposti perché la squadra possa alla fine migliorare ed ottenere il risultato. Se abbiamo queste situazioni di credibilità al nostro interno, riusciamo a trasferirle correttamente alla squadra, all’allenatore, ai tifosi, agli sponsor, a tutto quel patrimonio che Palermo ha dimostrato di avere e che merita e che merita di ritrovare nel futuro”.
Qual è l’obiettivo per il prossimo anno?
“Il prossimo anno dobbiamo alzare il livello, sicuramente, dobbiamo essere competitivi per la promozione in Serie A. Non ci vogliamo nascondere ma non vogliamo neanche essere presuntuosi o promettere qualcosa che non siamo in grado di poter di poter garantire. Attraverso investimenti strategici nella parte sportiva e nelle strutture non possiamo pensare di non dare al Palermo un ruolo da protagonista. Il Palermo deve essere protagonista nel calcio italiano e questo passa attraverso la programmazione. La storia del CFG dimostra anche che tutto questo è successo in scenari come New York come Melbourne o Montevideo e quindi questo è il modo che noi abbiamo per percorrere una strada come questa”.
CENTRO SPORTIVO, STADIO E TIFOSI
Cosa cambia con il nuovo centro sportivo a Torretta?
“Il centro sportivo di Torretta deve essere l’emblema del Palermo e del CFG ed è una storia bellissima, perché riuscire nell’intento di dotare il Palermo di un di un centro sportivo con il supporto e con le migliorie che sono state apportate nella fase successiva all’acquisto, di cui bisogna dare merito a Dario Mirri che ha avuto l’intuizione di poter trovare questo terreno per poterlo rendere come centro sportivo per la prima squadra in questa in questa prima fase”.
“È il punto di partenza di un certo sviluppo per quelle che sono le strutture che deve avere una società di calcio che vuole essere all’avanguardia. Quindi questo cambierà la vita completamente alla parte sportiva perché avranno la possibilità di viverci quotidianamente e quindi ci metterà nella condizione di poter supportare come si deve, e migliorare ancora di più la qualità delle necessità della parte sportiva. I campi saranno pronti quest’estate e quindi da questa estate in poi potremmo valutare e vedere quotidianamente i nostri calciatori, i nostri allenatori, poter utilizzare questa nuova struttura che sarà sicuramente una struttura all’avanguardia per una squadra di calcio come il Palermo”.
Lo stadio Barbera presenta ancora molte esigenze. Cosa può fare il Palermo?
“Cercare di renderlo il più funzionale possibile per cercare di dare più possibilità ai nostri tifosi di godere della partita e quindi mettere a loro disposizione spazi più confortevoli. Cercare di rendere lo stadio più facilmente accessibile. È uno stadio bellissimo, ne abbiamo avuto più di una dimostrazione quest’anno. Chiaro che l’atmosfera creata dai nostri tifosi è stata molto coinvolgente, molto sentita, molto passionale e questo è importante per quello che noi ci dobbiamo apprestare a fare”.
“Abbiamo interlocuzioni continue con l’Amministrazione comunale per cercare di trovare un punto di incontro in merito a tutta una serie di lavori che devono essere realizzati per rendere lo stadio confacente alle esigenze degli utilizzatori dello stadio stesso e quindi stiamo valutando insieme un percorso migliore per provare a rendere il Barbera più funzionale. Non dimentichiamo anche tutto quello che è stato fatto nei negli anni precedenti, considerata la categoria di appartenenza, considerata la possibilità degli interventi che si potevano fare, è stato un lavoro veramente notevole”.
Che ruolo ha il Palermo nei piani del City Football Group?
“Il CFG è stato chiaro, Palermo è un qualcosa di strategico, con delle potenzialità facilmente individuabili. Noi sentiamo la vicinanza degli executives, sentiamo la vicinanza della struttura in ogni area, da quella amministrativa a quella sportiva a quella commerciale e al real estate. Per esempio su Torretta abbiamo avuto un supporto importante, considerato il centro sportivo del Manchester City, oltre a quello del Melbourne, oltre a quello che stanno realizzando a New York”.
“Hanno una conoscenza della materia che ci ha aiutato tantissimo. Ma soprattutto da parte loro c’è una grande considerazione e stima che viene dimostrata ogni giorno nei confronti di tutti noi. Tutte le settimane qualcuno da Manchester viene per supportarci, per aiutarci, per spiegarci anche qual è la filosofia e qual è il modus operandi. Perché loro fanno un calcio di business ma rivolto esclusivamente alla parte sportiva. Non hanno interessi di altra natura ma interessa il risultato sportivo e quindi vincere. Perché quello è l’obiettivo che tutti noi abbiamo e che tutti noi vogliamo raggiungere”.
I tifosi hanno sempre sostenuto la squadra in casa e fuori. Che effetto fa?
“Allora intanto solo a rispondere a questa domanda ti fa venire i brividi. Perché io ho due fotografie nella mia mente in questo momento. Gli oltre 4000 tifosi presenti a Parma e i 32.000 tifosi presenti contro il Brescia. Aver portato tutto questo pubblico così numeroso in trasferta oppure al Barbera è motivo di orgoglio e di soddisfazione oltre che un grande senso di responsabilità che ci sentiamo ma che ci vogliamo anche tenere. Giocare con la maglia del Palermo addosso è una cosa che ha pochi rivali in Italia in termini di pressioni ma questo non deve essere vista come una diminutio ma deve essere vista come uno stimolo a lavorare con ancora maggiore attenzione, ancora maggiore consapevolezza. E bisogna anche rendere merito ed essere grati a questi tifosi che ci fanno vivere queste emozioni”.
“Non vuole essere piaggeria, ma è un dato di fatto che nessuno può contestare: l’atmosfera creata dai nostri tifosi nelle ultime cinque partite, ma anche quando non eravamo in una buona posizione di classifica, è sempre stata un’atmosfera di grande partecipazione, di grande passione, di grande aiuto alla squadra e quindi noi siamo anche molto dispiaciuti, ma veramente nel nostro intimo, molto dispiaciuti per non essere riusciti a dare loro la gioia di poter di poter quantomeno fare una partita nei play-off. Però dobbiamo soltanto ringraziarli e dire loro che faremo di tutto, ma veramente di tutto, di quello che è nelle nostre possibilità professionali, per renderli orgogliosi di questi colori che sono unici al mondo”.