PALERMO- “Mia figlia adesso vivrà per sempre, anche se nel mio cuore non è cambiato niente. Anche prima viveva. Giulia vive per ogni anno che passa. Sta diventando più grande e crescerà ancora. E io la penserò, la rivedrò bella, buona e generosa com’era. Tutti alzeranno gli occhi al cielo e la vedranno, come la vedo io”. Olivia Calì è la mamma di Giulia Mazzola, morta a sei anni, nel 2017, in un incidente stradale. Ha conservato il volto indimenticabile della sua bambina – e c’è il papà, Massimo, che ha fatto lo stesso – nel salone più luminoso del suo cuore. Ora c’è un murale realizzato da Igor Scalisi Palminteri, davanti alla scuola ‘Nuccio’, all’Albergheria, nel quartiere la famiglia vive, per fare in modo che la piccola Giulia sia un segno dipinto, qualcosa che puoi mettere a fuoco, nei giorni dell’assenza.
Il murale, che sarà inaugurato domani, nel giorno del compleanno della bambina, è ispirato a un verso del ‘Cantico dei Cantici’: “Forte come la morte è l’amore” e ritrae una danzatrice. Giulia sognava di diventare ballerina, amava la danza. Il suo smisurato cielo dell’infanzia era indirizzato verso l’armonia. Racconta Igor, autore e cuore di poeta: “Devo ringraziare la famiglia per la fiducia che mi ha accordato. Mi ha messo in mano il dolore, me l’ha affidato. Il titolo lo abbiamo scelto insieme con loro. Io ho una bambina e ho realizzato l’opera anche con questo pensiero, da padre. Mi sono, per quanto possibile, immedesimato. E’ sacrosanto raffigurare gli eroi, ma non dobbiamo dimenticare la ricchezza e l’amore delle persone normali”.
Il quartiere è sceso in campo. Una signora ha preso parte dei risparmi di una magra pensione per coprire le spese necessarie al lavoro. Il consigliere di circoscrizione Salvo Imperiale si è buttato con generosità nell’impresa. “Ho incontrato la mamma di Giulia – spiega – e mi è sembrato giusto dare seguito al desiderio di un ricordo della bambina. Penso che lei stia ballando in Paradiso”.
Nel raccontarsi per questo articolo, i protagonisti si sono ‘rimpiccioliti’. Hanno chiesto che non si parlasse di loro, dei sacrifici e del lavoro duro che hanno portato avanti. Però non era possibile accontentarli del tutto, perché questa, per una volta, è una Palermo bellissima da vedere. E tu, bambina infinita, continua a danzare.
(foto di Antonio Curcio)