PALERMO- Le regole del gioco sono cambiate con l’avvento della digitalizzazione in tutti i campi in cui l’uomo opera: dal lavoro con la sua professione, fino alle relazioni interpersonali. Un momento di passaggio che comporta delle sfide entusiasmanti per tutti ma implica anche una dose di attenzione maggiore: si apre anche una questione etica sull’utilizzo di alcuni strumenti come l’intelligenza artificiale. Questo il dibattito che si è tenuto a Palazzo Branciforte, sede della Fondazione Sicilia, in occasione della presentazione del libro “Research Handbook of Digital Strategy” a cura di Carmelo Cennamo, Giambattista Dagnino e Feng Zhu.
La rivoluzione digitale
Un incontro nel quale si è parlato del cambiamento che hanno subito le nostre vite dal momento che sono approdate “onlife” l’unione di “on line” e “life”. “L’era digitale è contraddistinta dalla trasformazione di tutti i processi e gli spazi economici e sociali”, ha spiegato Dagnino, docente di Digital Strategy & Marketing al dipartimento LUMSA di Palermo introducendo i lavori, “com’è noto, il passaggio dall’era analogica all’era digitale è contrassegnata dall’affiorare di quattro tecnologie chiave via via più influenti e dalla loro diffusione con una rapidità e una pervasività in precedenza mai vista: microprocessori e memorie elettroniche dei computer, applicazioni e programmi software, comunicazioni via internet e mobile e intelligenza artificiale, legata in particolare al machine learning e al deep learning”. Combinate, hanno portato ad un cambiamento dei paradigmi: personali ma anche di lavoro e di impresa.
Strategie di impresa da aggiornare
Si parte dalle strategie di impresa: la velocizzazione ha comportato anche una riduzione dei costi di produzione, ricerca e conservazione dei dati imponendo dei cambiamenti anche nelle strategie di impresa: “Per tale ragione le modalità tradizionali di formulazione della strategia d’impresa e gli strumenti strategici esistenti divengono progressivamente meno o per nulla adatti a rispondere ai nuovi bisogni dell’era digitale”, ha aggiunto Dagnino, “occorre pertanto ideare strategie di trasformazione digitale delle imprese che sono sensibilmente diverse da quelle precedenti tipiche dell’era analogica. La formulazione della strategia digitale riguarda infatti le scelte strategiche e i modelli di business che “ridisegnano gli spazi di mercato e i nodi e i collegamenti lungo le catene del valore in modo tale da ridefinire i confini dei mercati e le frontiere dei settori”. In breve formulare una strategia digitale significa introdurre una disruption, ovvero “cambiare le regole del gioco competitivo”. In tal senso, la strategia digitale è disruptive laddove intende cambiare frequentemente le regole del gioco.
Nuove regole e opportunità
Diverse le testimonianze al tavolo di Palermo su cosa è la digitalizzazione: da Giuseppe Giglio, imprenditore nel settore dell’e-commerce oggi alla guida di una società quotata in borsa (“il digitale è stata la mia salvezza, non mi sarei mai trovato tutta la vita dietro un bancone come aveva pensato mio padre”) che ha scoperto un nuovo modo possibile di potere fare commercio, fino a Roberto Candela, Ceo di Eoss, società del gruppo Prismian, che produce cavi di fibra ottica ed elettrici, il quale grazie al digitale e alla registrazione di alcuni brevetti è diventato uno dei player mondiali nella comunicazione tra macchine. “Il digitale? una opportunità” dice il manager. Ma è stata anche l’occasione per parlare del mercato dell’editoria e della comunicazione, profondamente mutato con l’avvento dei social e delle interazioni con conseguente disintermediazione degli operatori tradizionali.
Analisi di un cambiamento
“Oggi non ha più senso parlare di una comunicazione che va da un mittente a un ricevente attraverso un solo canale”, ha spiegato Alessio Alessi, Chief Digital Officer del gruppo Alessi, “ed anche il nostro gruppo è cambiato seguendo i nuovi paradigmi della comunicazione legati ai nuovi strumenti”. Mentre di una “sfida entusiasmante”, ha parlato Giovani Villino, giornalista ed autore di diversi saggi sulla trasformazione digitale del mestiere: “I giornalisti sono stati dati per morti negli ultimi anni ed invece siamo ancora qui. Serviranno sempre figure capaci di gestire e di leggere tutti questi flussi di informazioni al quale siamo sottoposti quotidianamente”. La digitalizzazione, infine, è vista come “declinazione di diverse esperienze” secondo Ivana Lo Nigro, docente di Ingegneria Economico Gestionale all’università di Palermo che ha iniziato ad occuparsi di intelligenza artificiale fin dalla metà degli anni Novanta “ma se prima era una applicazione molto rudimentale e che poteva interessare solo alcuni campi ristretti, adesso, con l’accelerazione delle tecnologie, si è presenti in un contesto molto più ampio”.