Palermo, inchiesta sul Comune: soldi 'fittizi' per 'giocare'

Palermo, inchiesta sul Comune: soldi ‘fittizi’ per ‘giocare’ coi conti

L'intercettazione che confermerebbe i falsi nei bilanci di Palazzo delle Aquile
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PALERMO – Inserire una “posta fittizia” per “giocare” con i numeri del bilancio e con le speranze dei lavoratori. Tra le intercettazioni dell’inchiesta sui presunti falsi nei conti del Comune di Palermo ce n’è una che colpisce più di altre.

A parlare, intercettati nel luglio 2019 dai finanzieri del nucleo speciale di polizia economico-finanziaria, sono l’allora assessore al bilancio Roberto D’Agostino e il ragioniere generale Bohuslav Basile. Fanno parte dell’elenco degli indagati che hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini firmato dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dai sostituti Giulia Beux e Andrea Fusco.

“Li mettiamo in modo fittizio”

D’Agostino dice: “Sulla somma del personale… non ce li possiamo mettere da lì? Ti ripeto… in modo fittizio… in modo tale così che quelli vedono, si acquietano e capiscono che la nostra volontà è coerente con quello che abbiamo dichiarato, poi se non ci autorizza lo Stato sono c… dello Stato, dobbiamo buttarla su di loro capisci”.

Il riferimento probabilmente è ai soldi da inserire in bilancio per la stabilizzazione dei precari. L’obiettivo sembrerebbe duplice: da un lato far credere di interessarsi alle sorti dei lavoratori e scaricare la responsabilità per il mancato pagamento degli stipendi e dall’altro sistemare i conti.

“… così la colpa è dello Stato”

Basile appare dubbioso: “Roberto noi abbiamo un buco di 8 milioni tu lo sai giusto”. Ma D’Agostino rimane fermo nella sua posizione: “A me interessa di mettere una posta fittizia… tanto sicuramente non ci daranno l’autorizzazione per un fatto diciamo politico, di gestire la situazione perché così noi diciamo che la colpa è dello Stato… che noi abbiamo previsti come abbiamo dichiarato sia io che Fabio Giambrone (il vice sindaco che non è indagato) dopo che c’eravamo sentiti… se ti ricordi… dopodiché la colpa non è nostra ma è dello Stato”.

“Ci serve per giocare”

Frasi che farebbero riferimento al primo dei due obiettivi. Per il secondo invece “però noi la posta in bilancio – aggiunge D’Agostino – noi gli riutilizziamo i soldi ovviamente gli liberiamo subito… ci serve a noi per giocare… li utilizzeremo dopo per riequilibrare il bilancio non è che dobbiamo fare subito i riequilibri”.

Basile non è d’accordo: “Veramente avremmo dovuto farli subito… questo è un problema mio… è una responsabilità che mi sto assumendo io”. E sono finiti tutti sotto inchiesta.


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