PALERMO – L’ospedale Villa Sofia deve pagare un risarcimento danni da 62 mila euro per l’infezione contratta da un paziente sottoposto ad un intervento chirurgico.
Era il 2007 quando un uomo di 53 anni fu coinvolto in un incidente stradale mentre era in sella ad un ciclomotore. Fu operato per le conseguenze di una frattura alla tibia. L’infezione degenerò in una osteomelite.
Il giudice Giovanna Nozzetti si è affidata ad un collegio di periti che ha condiviso la “gestione operatoria portata avanti dai sanitari dell’ospedale per scongiurare gravi emorragie”.
Considerazioni diverse per la profilassi antibiotica: “La tipologia di germi coinvolti e la negatività dei tamponi intraoperatori certificherebbero oltre ogni dubbio l’origine nosocomiale dell’infezione patita”.
Il paziente è stato assistito legalmente dall’avvocato Alberto Raffadale dello studio Raffadale&Partners, che si è affidato al consulente Massimiliano Franco.
“La lacunosità della documentazione clinica – si legge nella motivazione – non ha consentito di apprezzare tipologia, modi e tempi di somministrazione della terapia antibiotica e di affermare con ragionevole grado di probabilità che i sanitari abbiano seguito la buona prassi clinica-assistenziale (pur in mancanza di chiare linee guida), specie ove si consideri che l’infezione da Baumanii persisteva al momento della dimissione, il 17 ottobre 2007, a distanza di poco meno di due mesi dal suo primo riscontro microbiologico”.
Da qui la sentenza della terza sezione civile del Tribunale che condanna l’ospedale a pagare i danni subiti dal paziente.