PALERMO – La piscina comunale di Palermo è chiusa dal 25 gennaio a causa della legionella, questa chiusura durerà ancora per qualche giorno perché tra sabato 19 e lunedì 21 si potrà tornare alla normale fruibilità dell’impianto.
L’Amministrazione comunale ha dato mandato ad una società di effettuare la sanificazione, iniziata il 4 febbraio. Quattordici giorni dopo sono stati effettuati degli esami e da questi è emerso che, fortunatamente, non è più presente la legionella.
Le società, quindi, possono tirare un sospiro di sollievo, tra queste potrà farlo anche il Telimar che tra qualche settimana sarà chiamata a disputare la storica finale di Len Cup e potrà farlo “con la presenza del pubblico sugli spalti”, come annuncia l’assessore allo sport Paolo Petralia ai microfoni di LiveSicilia.
Uno storico evento che sarà, dunque, festeggiato con i tifosi e gli appassionati di pallanuoto che in questa stagione non hanno potuto assistere alle gare della squadra palermitana a causa della mancata agibilità degli spalti.
“Abbiamo fatto di tutto per tenere chiusa la piscina il minor tempo possibile. Le due settimane di chiusura hanno a che fare con il protocollo sanitario che è stato rispettato, come prevede la legge“.
Sulla piscina c’era lo sguardo attento della Quinta Commissione: “Ero scettico sui tempi di riapertura. Pensavo ne sarebbe servito di più – ha dichiarato il presidente della Commissione Francesco Bertolino -. Questa celerità è dovuta anche al fatto che si è coinvolta una ditta privata“.
Intanto la Quinta Commissione, nell’intento di rendere un servizio migliore alla collettività e le società che usufruiscono della piscina stessa, ha interloquito con l’assessore Petralia e il vice sindaco Fabio Giambrone, che ha la delega al personale, per creare una commissione ad hoc. Questa decisione è arrivata dopo un incontro con le società, “durante questa riunione – ha spiegato Bertolino – le società hanno lamentato una mancanza di servizi a fronte di prezzi maggiorati (questi perché le casse del Comune sono a secco, ndr). Le società sono disposte a pagare un prezzo più alto, ma avendo garantito almeno il minimo“.