Palermo, l'aggressione al medico. Cimo: "Ha rischiato di morire"

Palermo, l’aggressione al medico. Cimo: “Ha rischiato di morire”

"Daspo per i violenti"
LA PROTESTA
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PALERMO- “Piove sul bagnato. Dobbiamo registrare, ancora una volta, un’aggressione nei confronti di medici ed in particolare di un collega che svolge il proprio lavoro con impegno e grande professionalità”. Lo dichiara il segretario regionale della Cimo Sicilia Giuseppe Bonsignore, in relazione all’ultima aggressione, in ordine di tempo, che ha visto come vittima il dottore Alfredo Caputo responsabile di Endocrinologia oncologica dell’ospedale “Cervello” di Palermo.

“Sicurezza in ospedale”

“Da tempo chiediamo di garantire in ambito ospedaliero la massima sicurezza nei luoghi di lavoro per medici e infermieri – aggiunge Bonsignore – attivando sistemi di videosorveglianza tecnologicamente avanzati, garantendo servizi di portierato in tutti gli ingressi ospedalieri ma dobbiamo constatare mestamente che tali richieste destano poco interesse nelle istituzioni preposte. Ieri si è sfiorata una tragedia – conclude Bonsignore – il collega ha rischiato di morire, questo è inammissibile. Nei prossimi giorni, insieme alle altre organizzazioni sindacali, valuteremo iniziative per sensibilizzare anche l’opinione pubblica su questo gravissimo problema e, soprattutto, le istituzioni”.

“Daspo per i violenti”

“Lo ribadisco, serve subito un Daspo che vieti anche l’accesso ai servizi sanitari gratuiti a chi aggredisce medici e personale sanitario, sul modello degli stadi ‘chi rompe paga e non entra più. Le istituzioni agiscano in fretta perché prima o poi ci scapperà il morto, che piangeremo con una serie di comunicati di solidarietà e di ricordo del suo valore umano e professionale”.  Così il presidente dell’Omceo di Palermo Toti Amato, componente del direttivo Fnomceo, sull’ultima aggressione avvenuta all’ospedale Cervello ai danni del primario di Endocrinologia oncologica, Alfredo Caputo, ferito alla testa con un tirapugni da un paziente e finito in sala operatoria.

“Gli ospedali sono ormai teatro di aggressioni quotidiane – ha proseguito Amato -. Si tratta di un’emergenza sociale nazionale grave e la risposta deve essere durissima e chiara. Chi aggredisce un medico o una struttura deve sapere che danneggia se stesso e gli altri perché la sanità pubblica è un bene sociale che appartiene a tutti”.

Sulla vicenda interviene anche il deputato regionale del pd Mario Giambona: “La sanità siciliana non è solo manager da nominare ma soprattutto medici in prima linea che rischiano quotidianamente la propria vita – dice -. Il presidente della Regione farebbe bene ad occuparsi della tutela del personale del nostro servizio sanitario regionale costretti a fare i conti con la rabbia dei cittadini conseguenza di disservizi e carenza di personale”. Secondo il deputato dem “è necessario intervenire con urgenza per garantire il personale medico in tutti gli ambiti, dagli ambulatori ai reparti, dai pronto soccorso alle guardie mediche, potenziando i servizi di sicurezza ma anche adeguando e potenziando le strutture d’emergenza dove maggiore è il rischio di incidenti a causa dell’esasperazione dei pazienti costretti ad attese infinite”. Giambona annuncia anche una richiesta di audizione alla competente commissione sanità “per discutere misure utili a tamponare l’emergenza in corso”.

Solidarietà al medico aggredito arriva anche dal segretario generale Fp Cgil Giovanni Cammuca e da Sergio Sortino, coordinatore provinciale sanità per la Fp Cgil e responsabile aziendale di Villa Sofia: “Una vile e feroce aggressione – sottolineano -. Nessun commento può rendere l’idea di quanto non sia più rinviabile un tavolo permanente presso l’assessorato alla Salute, per rimediare alle carenze nella vigilanza a difesa del personale sanitario”. La Fp Cgil, assieme a Cgil Palermo e Flc Cgil, firmatarie di una lettera, chiede “alla politica che latita” risposte concrete. Le tre sigle hanno reiterato la richiesta di un incontro urgente al prefetto Massimo Mariani. La nota è stata inviata il 20 febbraio, dopo l’ escalation registrata in quei giorni, prima gli insulti e le minacce a due assistenti sociali, poi la spedizione punitiva nei confronti di un medico del Policlinico. Adesso l’ultimo caso. Ma faceva seguito a una precedente lettera di gennaio spedita a seguito dei furti e degli atti di vandalismo che avevano riguardato il Policlinico, l’Arnas Civico, l’azienda riunita Villa Sofia Cervello e diversi plessi scolastici. “Fatti che, come avevamo scritto, oltre a minare il morale delle lavoratrici e dei lavoratori e l’intero sistema pubblico – spiegano il segretario Cgil Palermo Dario Fazzese, il segretario generale Fp Cgil Palermo Giovanni Cammuca e il segretario generale Flc Cgil Palermo Fabio Cirino – mettono a rischio il lavoro e anche, in taluni casi, la stessa incolumità fisica. Sollecitiamo la richiesta di incontro e l’adozione di specifiche misure a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori dei servizi pubblici, messi sotto attacco per disfunzioni di cui sono le prime vittime ma che, inevitabilmente, agli occhi dell’utenza, sono ormai diventati i colpevoli”.


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