Palermo, le indennità aumentate nella città che non funziona - Live Sicilia

Palermo, le indennità aumentate nella città che non funziona

Si tratta di un raddoppio, sì, un raddoppio a spese delle casse cittadine
SEMAFORO RUSSO
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2 min di lettura

È notizia di poche settimane fa. Sulla base di una norma nazionale, prontamente recepita dall’Assemblea Regionale Siciliana (valida per i comuni dell’intera Sicilia), sindaci, assessori e presidente del consiglio comunale di Palermo hanno elevato le proprie indennità di funzione in maniera considerevole. Si tratta di un raddoppio, sì, un raddoppio a spese delle casse cittadine. Presto toccherà agli inquilini di Sala delle Lapidi. Il compenso del sindaco, per esempio, passerà da 7.018 euro a 13.800 euro lordi mentre un assessore da 4.562 euro a 8.970 euro. Lo stesso con riferimento al presidente del consiglio comunale.

Ora, per carità, tutto lecito, tutto a norma, dico di più, tutto assolutamente accettabile…se tutto funzionasse. Se funzionassero i servizi sociali, se a nessuno si negasse un tetto sopra la testa, se regole e regolamenti fossero fatti rispettare da un corpo di polizia municipale efficiente senza vistosi vuoti d’organico, se di “munnizza” non se ne vedesse per le vie nemmeno l’ombra, se si contenesse entro limiti fisiologici l’evasione fiscale, se strade e marciapiedi non costituissero delle trappole per pedoni, ciclisti e motociclisti, se i trasporti pubblici fossero degni di tal nome.

Non è ironia ma un raddoppio delle indennità sarebbe appoggiato a furor di popolo se si invertisse la tendenza a lasciare periferie e borgate marinare (compresa Mondello) a un destino di progressivo disfacimento, se si avviasse il recupero del mare visto che i palermitani ne sono stati privati da scelte criminali del passato.

Soprattutto, è qui cadrebbe ogni eventuale giudizio di facile populismo modaiolo, “nulla questio” se la Sicilia non soffrisse di un impoverimento generale, di gravi carenze infrastrutturali, di un’emigrazione giovanile da paura. “Al 2021 il prodotto interno lordo (Pil) pro-capite italiano è pari a 33 mila euro circa. Una cifra che scende a 18 mila nel Sud. E la Sicilia ha un primato: è l’unica regione italiana dove tutte le province non superano il valore di 20 mila euro” (da Focus Sicilia del 25 gennaio 2023).

In particolare, a Palermo gli stipendi sono sotto la media nazionale, al contempo la forte disoccupazione giovanile e degli ultra cinquantenni ci scaraventa in fondo alle classifiche sulle capacità economiche isolane e sulla qualità della vita. L’economia illegale – mafia, corruzione, sub-cultura del favore, ecc. – ci stritola e la bassissima produttività delle istituzioni regionali rendono incomprensibili e motivo di rabbia i ricchi compensi di chi abita le ovattate stanze del potere.

Ecco, per chiudere, sarebbe stato encomiabile, cari sindaco, assessori e consiglieri, ben altro gesto: quello di tagliare le vostre buste paga, anche di appena qualche centinaio di euro. Non è demagogia, si chiama senso dell’opportunità, rispetto nei confronti di chi ha seri problemi di sussistenza. Si chiama, in sintesi, buon gusto, legato alla consapevolezza del contesto in cui ti trovi e delle innumerevoli mancanze, per usare un eufemismo, della politica, dei partiti e delle istituzioni.

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