PALERMO – “Il presidente della Regione, Renato Schifani, ha dichiarato pubblicamente che la revoca dei due assessori regionali espressione della Democrazia Cristiana è stata un atto dovuto, irrinunciabile e inevitabile. Una scelta, ha spiegato, di carattere politico, fondata sull’incompatibilità della presenza in giunta di un partito il cui fondatore e capogruppo risultano indagati per fatti che, al di là degli esiti processuali, hanno già oggi una loro evidente gravità. Secondo Schifani, la permanenza della DC nel governo regionale confliggerebbe con i principi di trasparenza che egli dichiara di voler tutelare. Ci chiediamo se le stesse valutazioni le stia compiendo, con libertà e autonomia, il sindaco della quinta città d’Italia, Roberto Lagalla, o se dinamiche legate al mantenimento della maggioranza in aula siano d’ostacolo a quella libertà politica, assolutamente necessaria in questi casi, di decidere se rimuovere dalla Giunta e dai consigli di amministrazione delle partecipate gli uomini indicati dalla DC”, lo dichiarano i consiglieri e le consigliere del Partito Democratico (Arcoleo, Di Gangi, Piccione e Teresi), di AVS (Giambrone e Mangano), del Gruppo Misto (Giaconia), Franco Miceli e di Oso (Argiroffi e Forello).
“Ma qui – continuano – non è solo in gioco la libertà politica e amministrativa. Qui è in gioco una questione di trasparenza e di tutela del comune, che impone una scelta immediata e doverosa, indipendente da qualsiasi valutazione di opportunità o da eventuali equilibri di maggioranza in Consiglio comunale. Il sindaco proceda senza esitazioni a mettere fuori dal Comune il “sistema Cuffaro”, che, secondo l’inchiesta giudiziaria, viene descritto come un sistema di partito finalizzato a interferire illegittimamente con le amministrazioni pubbliche. Il Consiglio comunale – concludono – sarà presto chiamato ad affrontare e deliberare su atti di grande rilevanza strategica per la città – a partire dall’impiego dell’avanzo di amministrazione – e potrà farlo solo in un contesto di assoluta trasparenza, credibilità e serenità istituzionale”.

