L'incidente e la morte a Palermo a 23 anni: l'ultimo abbraccio e l'appello

L’incidente e la morte a Palermo a 23 anni: l’ultimo abbraccio e l’appello

La storia tragica, tra sanità e burocrazia

PALERMO- Di Ayoub, della sua speranza, dei suoi sogni spezzati a ventitré anni, della sua esistenza intrisa di generosità, deve rimanere qualcosa.

Almeno una parola che lo ricordi, insieme a un appello per il rientro della sua salma, senza dimenticare la descrizione di un contesto farraginoso, stando a quanto riferisce l’avvocato che assiste i familiari. Per sempre resterà l’ultimo abbraccio con sua madre.

Non può essere finito tutto nel letto della Terapia intensiva dell’ospedale Civico di Palermo, dove questo ragazzo pieno di vita è spirato. Il dolore immenso, attraversato fino alla morte, ha lasciato una indelebile impronta umana.

La storia la riferisce sui social Antonella Balistreri, vicepresidente della Fondazione Villa delle Ginestre, molto attiva nella protezione della disabilità e della fragilità.

La storia di Ayoub

“Questa è la storia di Ayoub Eladdal un giovane uomo marocchino che penso, ma lo posso solo immaginare, era cresciuto con la consapevolezza di non poter contare su nessuno – scrive Antonella – ed è per questo che quando ha ricevuto una flebile promessa di lavoro, si è messo in spalla il suo minuscolo fagotto di abiti e affetti e ha raggiunto la Sicilia”.

“Quel lavoro non so se l’abbia mai ottenuto, ma so che attraversando sulle strisce pedonali, a Trapani, una macchina lo ha investito (nel luglio scorso, ndr), gli ha procurato una lesione al midollo spinale e lo ha ridotto in fin di vita”.

La morte, l’abbraccio, la denuncia

“Ayoub – scrive ancora Antonella – è morto, si è spento dopo che la madre, attraversando lunghe distanze, geografiche e burocratiche, è riuscita a raggiungerlo e ad abbracciarlo in quel letto di ospedale”.

“Palermo non ha una unità spinale ed è una cosa grave, non lo è per chi non lo ha ancora capito, o fa finta, non lo è per le Istituzioni più volte sollecitate”, è la denuncia.

La conclusione: “Ti chiedo scusa Ayoub perché questa Sicilia che avrebbe dovuto darti lavoro ti ha invece tolto la vita, perché a casa tua tornerai in una bara, e per sostenere i costi del tuo rientro avrai bisogno dell’aiuto di tutti quelli che potranno”.

Raggiunta da LiveSicilia.it, Antonella conferma: “Non c’è un’unità spinale, che sarebbe importantissima per quel tipo di problema. A Villa delle Ginestre, il centro di riabilitazione, c’è qualcosa, ma non ha i requisiti necessari per essere definito unità spinale”.

“Aiutava la famiglia”

“Ayoub è arrivato con un visto di lavoro ha firmato un contratto di lavoro con un ristoratore di Trapani che aveva avviato la pratica per ottenere il permesso di soggiorno provvisorio. Era arrivato in Italia per aiutare la sua famiglia in Marocco”. Questa la precisazione dell’avvocata Angela Sivilli, che assiste i familiari, provati dal lutto.

“Per fare arrivare la mamma dal Marocco in Italia ho dovuto lavorare moltissimo, a contatto con le autorità, incontrando diversi ostacoli. Sapevo che Ayoub che versava in imminente pericolo di vita aveva bisogno, ma soprattutto il diritto, di ricevere l’abbraccio di sua madre – incalza l’avvocata -. C’è stato un ritardo nel rilascio del visto alla madre e allo zio del ragazzo, che sono arrivati soltanto la notte del 31 agosto. La madre ha potuto incontrare il figlio il primo settembre”.

C’è una foto di quell’incontro. “Un’immagine tenerissima – dice la legale -, un incrocio di sguardi, prima dell’addio”.

L’appello per il rimpatrio

Della vicenda si sta occupando anche Valentina Chinnici, parlamentare regionale del Pd, ecco il suo post: “Ayoub era un ragazzo arrivato qui con una valigia di sogni e investito a Trapani sulle strisce pedonali. Dopo un mese di sofferenze è morto due giorni fa a Palermo. Sarebbe bello che i sindaci di Trapani e Palermo si prendessero carico delle spese per fare rientrare la sua salma in Marocco”. Questo è l’appello per la memoria e per gli affetti, nel cuore di una immensa pena. Qualcuno risponderà?


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