Il Palermo vince una partita che avrebbe meritato di perdere. Potenza della Dea Eupalla. Potenza sconfinata di Giulio Migliaccio, uno che non si arrende mai. Dall’altra parte del prato il Losanna, squadra elvetica di onesti mestieranti, schierata con un 4-4-2 da istituto elementare. E un Palermo arruffone, irriconoscibile, capace di attorcigliarsi su se stesso e di complicarsi una strada apparentemente semplice.
Turn over di Rossi come nelle previsioni. L’esperto Benussi in porta, chiavi della regia in mano a Nocerino. In avanti il duo Miccoli-Maccarone, con l’assistenza di Javier. Dunque, Fabrizio è tornato, ma è apparso fuori forma. Ha corricchiato, ha sospirato, fino al cambio con Pinilla per un infortunio al polpaccio da valutare. E si è seduto in panca accigliatissimo. Il Losanna, già nel primo tempo, avrebbe meritato il gol. Non ha segnato. Colpa (e fortuna nostra) di due attaccanti per burletta, tali Silvio e Roux, capacissimi di divorarsi, di testa e di piede, due reti a porta sguarnita. Palermo poco vivo, anzi assai spento. Bene Garcia sulla fascia, magra consolazione invero.
Secondo tempo narcotico, arricchito dalle cervellotiche e innocue decisioni dell’arbitro estone che ha sbagliato tutto il fallibile. Il Losanna si è ritrovato padrone del campo (!). Stupiti da siffatta grazia gli svizzeri – supportati da quattordici spettatori – non sono riusciti a concretizzare una evidente superiorità. Solo Kasami ha cercato una pericolosa incursione per i rosa. Benussi è stato portentoso nel deviare in angolo una bella battuta di Tosi dopo una cavalcata da un lato all’altro del campo. Quando perfino il pareggio sembrava un’amara soluzione, il gol rosanero. Pennellata di un fin ad allora flebile Pastore, testina d’oro di Miagliaccio. Forcing finale degli svizzeri, uno a zero per il Palermo. Tre punti brutti, ma essenziali. Viva la bruttezza.
