Palermo, l'ultima corsa di Angelo

Palermo, l’ultima corsa di Angelo

La morte del podista a Terrasini. Angelo Falletta era voluto bene da tanti.
LA TRAGEDIA
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Correva, Angelo. Un pomeriggio, correva a Mondello, con il sole in faccia e il rumore del mare intorno. Erano i giorni più feroci della pandemia e sembravamo tutti evasi, per un attimo, da una prigione. Correva sui viali, accanto alla cancellata, con l’espressione beata di un bambino che non vuole essere svegliato da un bellissimo sogno. Era una felicità speciale.

Correre come rinascere. Che beffa atroce sapere che proprio la corsa ha portato lui, Angelo Falletta, alla morte, sulla strada di Terrasini. C’eravamo incontrati e conosciuti nelle occasioni che conducono a sfioramenti fugaci. Capitava di vedersi. Ed era sempre attento, generoso, disponibile. La gioia di quel giorno a Mondello era una testimonianza decisiva: la corsa, con il suo sudore, il suo battito febbrile e il sole in faccia, era la sua patria ideale.

Correva, Angelo. Amava lo sport. Era innamorato del Palermo e del Milan. Qualcuno, bonariamente, lo prendeva in giro: “Senti, Gattuso…”. L’interlocutore era, ovviamente, interista. E non era mai una corsa distratta. C’erano attenzione e sensibilità per gli altri. C’era l’esserci sempre per dare una mano. La squadra di calcio a cinque di cui era preparatore atletico, l’Asd Ficarazzi, ha scolpito la sua memoria social: “Sei stato un grande appassionato di sport, ma soprattutto amavi tanto i tuoi ragazzi di Cruillas e il tuo P5. Ciao Angelo”. I commenti in calce sono tutti abbracci, purtroppo, postumi.

Angelo Correva, come Nunzio, altro ragazzo di cuore, titolare della Posada, stroncato da un malore, mentre faceva jogging alla Favorita. Sono una famiglia immensa quelli che corrono e che non si guardano come avversari, in gara. Perché la passione che li unisce è più grande della rivalità. Raccontano la corsa con la stessa meraviglia, con gli occhi grandi di un bambino che sta sognando. Vivono emozioni a fior di pelle – il vento, il sole, il mare, un senso dilatato dell’esistenza – che chi non corre non riesce a capire.

L’ultima corsa di Angelo Falletta è stata vissuta in un giorno tremendo di cronaca. Al traguardo dicono che l’aspettasse la moglie, che non ha potuto riabbracciarlo. A lei, ai familiari e a coloro che sono crudelmente colpiti dall’evento offriamo un abbraccio sincero. Tutti quelli che corrono, oggi, hanno perso un fratello. Tutti quelli che hanno incontrato Angelo, di corsa, oppure no, hanno detto addio a una persona cara. (rp)


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