Palermo, alternanza mafiosa a Brancacci: chi si è fatto da parte

Alternanza mafiosa a Brancaccio, c’è chi si è dovuto fare da parte

Un'immagine di Brancaccio
Cosa c'è dietro gli ultimi arresti per estorsione a Palermo

PALERMO – Aveva chiesto aiuto ad una vecchia conoscenza. Il commerciante si è rivolto alla stessa persona che in passato gli ha evitato o ammorbidito la tagliola del pizzo. Stavolta sarebbe andata diversamente.

L’ala dei Tagliavia

La storia mafiosa a Brancaccio è segnata dall’alternarsi di gruppi familiari al potere. A cedere il bastone del comando oggi sarebbe l’ala che un tempo faceva capo a Pietro Tagliavia, boss storico della famiglia di Corso dei Mille che fa parte del mandamento di Brancaccio.

Nei giorni scorsi sono stati arrestati Filippo Bruno e Francesco Capizzi per estorsione. Un commerciante li ha denunciati: volevano 10 mila euro per un parcheggio e 5 mila per un’officina, ma soprattutto gli avrebbero voluto piazzare accanto un loro socio.

La mediazione per non pagare il pizzo

Per evitare guai il piccolo imprenditore si sarebbe rivolto, ieri come oggi, a Cosimo Fabio Lo Nigro, già condannato per mafia e oggi uomo libero. Ha un cugino omonimo ergastolano: fu incaricato di trovare l’esplosivo per uccidere Giovanni Falcone, fece parte del commando che uccise don Pino Puglisi e che organizzò le stragi del 1993. La nonna dei fratelli Lo Nigro è Agata Tagliavia, sorella del boss Pietro.

Ad Antonino Lo Nigro era molto legato Giancarlo Romano, assassinato nel febbraio 2024. Gli investigatori lo consideravano un mafioso emergente nel solco di una linea di continuità del potere. Quando il commerciante riferì all’estorsore della sua amicizia con Lo Nigro, Zappulla gli avrebbe risposto “potevi dirmelo prima”.

In realtà l’intervento di Lo Nigro non fu risolutivo. Il 25 luglio scorso la vittima ricevette la visita di Bruno e Capizzi, sopranominato “bicicletta”, il “quale mi disse che non era vero nulla del fatto che avessi parlato con Lo Nigro e con mia sorpresa mi dava uno schiaffo al viso, dicendomi che avrei dovuto chiudere immediatamente la mia attività”.

L’incontro al bar

Poco prima Cosimo Lo Nigro si era incontrato in un bar con un altro personaggio noto alle cronache a piede libero, Antonino Marino, condannato in appello nei mesi scorsi a sette anni di carcere. Sotto accusa insieme a lui e ad altri imputati c’è anche un altro Tagliavia, Pietro, figlio dell’ergastolano Francesco, tra gli autori delle stragi di via D’Amelio e Firenze.

Antonino Marino è fratello di Stefano e Michele Marino, altri due pezzi grossi della mafia di Brancaccio e oggi detenuti. C’è una linea di continuità che lega tutti i loro nomi, ma ora hanno dovuto lasciare spazio ad altri. È l’alternanza del potere.


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