PALERMO – Giravano parecchi soldi nella piazza dello spaccio. Tra viale Giuseppe Di Vittorio e passaggio Antonio Trimarchi, allo Sperone, la rete della droga era in funzione h24. Lo confermano le banconote e la contabilità sequestrati dai poliziotti della squadra mobile di Palermo.
Intrecci familiari
La droga era un affare di famiglia. Innanzitutto di sangue. A gestire lo smercio sarebbero stati Pietro Argeri e Gaetano Ingrassia, che dettavano gli ordini nonostante fossero agli arresti domiciliari. Scorri l’elenco degli arrestati ed emerge l’intreccio parentale.
PIetro Argeri è figlio di Nicola e fratello di Samuele, nonché marito di Maria Chiappara che a sua volta è sorella di Sebastiano. Francesco e Antonio Messina sono fratelli, entrambi figli di Salvatore Messina, che è sposato con Daniela Chiovaro, sorella di Paolo Chiovaro. Giuseppe e Vincenzo Lucchese sono fratelli.
A sovrintendere la piazza e a garantire le forniture di droga sarebbero stati Davide Giuseppe Arduino e Alessio Salvo Caruso, in virtù della loro presunta appartenenza al mandamento di Brancaccio. Famiglia mafiosa oltre che di sangue.
Le cimici sullo scooter
L’indagine è partita piazzando un Gps e una microspia nello scooter Honda Sh di Davide Anselmo. E si è scoperto che si spostava spesso lungo l’asse di viale XXIV Maggio. La droga veniva nascosta tra le sterpaglie, avvolta nella carta dei medicinali.
La vendita di cocaina e hashish andava a gonfie vele. A casa di Alessio Caruso, scampato all’agguato costato la vita al boss Giancarlo Romano, c’erano 55 mila euro in contanti. In una foto girata via WhatsApp da Maria Chiappara al marito Pietro Argeri erano immortalati 20 mila euro in banconote da 20 e 50.
La contabilità della droga
Alcuni mesi fa finì in carcere Samuele Ingrassia. Gli investigatori avrebbero intercettato il passaggio di consegne. Pietro Argeri chiese ad Alessio Ingrassia di inviargli la contabilità.
Via chat furono spediti tre screenshot con nomi e cifre. È la contabilità – dalle spese per la benzina agli stipendi dei pusher – ora in mano al procuratore Maurizio de Lucia e all’aggiunto Marzia Sabella. Il blitz di oggi non chiude le indagini.