Un canale della droga da Torino a Palermo con il benestare dei boss. Sarebbe stato attivato fra il 2019 e il 2020. I carabinieri sono al lavoro per identificare i grossisti piemontesi e i mafiosi di riferimento a Palermo.
Lo spunto è stato il viaggio di Onofrio Catalano che prima di finire in carcere, nel settembre 2021, avrebbe guidato la famiglia mafiosa di Bagheria. Il suo nome è emerso pochi giorni fa nel blitz coordinato dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo che ha coinvolto 17 persone.
Catalano è stato nel capoluogo piemontese il 17 giugno 2019. Cinque giorni prima discuteva con Francesco Paolo Lo Iacono del mandamento mafioso di Porta Nuova, uomo della droga. Nella conversazione si parlava di un carico di 15 chili di cocaina.
Con l’accordo, discutevano senza sapere di essere intercettati dai carabinieri, sarebbero riusciti a fare affari per lungo tempo: “Problemi non ce ne sono per dieci anni”. L’importante, sottolineava Lo Iacono, era la qualità: “Che io non mi faccio scendere spazzatura… se pensano do prendermi per il culo…”. Catalano aggiungeva di avere incontrato delle persone “autorizzate a rifornirvi”.
Il riferimento, secondo i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, era ai boss che sovrintendono ai traffici di droga, principale fonte di sostentamento per l’intera organizzazione criminale. Calabria e Campania sono le tradizioni regioni da cui arrivano gli stupefacenti in Sicilia. A Palermo qualcuno aveva deciso di investire su una nuova rotta.
Ad un certo, però, la gestione Catalanao creò malumori e dovette lasciare il posto a Massimiliano Ficano. Quest’ultimo, una volta prese le redini della famiglia mafiosa di Bagheria, decise di cambiare fornitore. Il suo grossista di riferimento divenne Stefano Marino, altro nome noto nel mondo della droga, ma del rione Roccella. Il canale torinese fu avviato lo stesso?