Palermo, "soldi dai politici". Russo, il figlio del killer e i due deputati

“Soldi dai politici”. Mimmo Russo, il figlio del killer e i due deputati

Il racconto dei pentiti e le intercettazioni

PALERMO – Soldi in cambio di voti. Non li avrebbe sborsati solo Mimmo Russo. Dagli atti dell’inchiesta sull’ex consigliere comunale di Palermo emergono altri spunti. Soprattutto dalle parole dei collaboratori di giustizia. Dalle intercettazioni, invece, salta fuori la storia di un incontro con due deputati.

“Soldi da altri politici”

Antonino Siragusa, boss del Borgo Vecchio, condannato per l’omicidio dell’avvocato Enzo Fragalà, ha messo a verbale: “Sandro Diele (boss dello Zen, ndr) mi diceva che avevano preso pure soldi di altri politici che però non gli interessavano basta che gli davano i soldi… poi non gli interessava cioè si tramutava in una truffa diciamo”.

Diverso era il caso di Mimmo Russo che “lo rispettavano, lo volevano bene perché Mimmo Russo all’epoca ha dato un sacco di lavoro con queste cooperative, quindi i voti glieli facevamo prendere o magari se erano più di uno, i candidati, un po’ li facevano avere all’uno e un po’ li facevano avere all’altro”. Nel 2022, dopo quattro consiliature, nonostante soldi, buoni benzina, pacchi di spesa e posti di lavoro Mimmo Russò non riuscì a farsi rieleggere con i suoi 805 voti.

Con il boss al bar

Ma i suoi rapporti borderline erano noti da tempo. Nel 2014 era stato indagato per corruzione elettorale. Inchiesta mai sfociata in un processo. Due anni prima incontrava Sandro Diele. “Sei arrabbiato?”, gli chiese il boss arrestato nel 2014 nel blitz “Apocalisse”. Anche Diele era un ex Pip della Social Trinacria, la cooperativa con cui Russo riusciva a fare lavorare anche i mafiosi e ne otteneva l’appoggio.

Russo aveva fallito la corsa all’Ars. “Non te la puoi prendere pure con me – aggiungeva il boss – io ho lavorato con mio cognato sino alla sera con il motorino… corri, piglia, annagghia. Ho organizzato i miei picciotti”.

Era andata male per colpa di Russo: “Volevano 3000 euro a Partanna e di questi
3000 gliene hai fatti dare 500″. Allo Zen aveva preso 163 voti e non erano voti di ex Pip. “Quattro fanghi”, li appellava Diele, che avevano tradito.

“Ogni zona ha il suo riferimento”

Filippo Bisconti, un tempo capomafia di Belmonte Mezzagno, dopo avere parlato di Mimmo Russo, ha aggiunto: “Molti politici, nei periodi in cui ci sono le campagne elettorali, andavano nelle borgate perché trovassero qualcuno a cui fare riferimento, consegnavano del denaro prendendo degli impegni politici ben precisi cosi da racimolare più voti possibile, come dire ‘ti posso portare 5 mila voti, 3 mila voti, 4 mila voti’ e ‘ti do 30 mila euro'”.

Era un modus operandi di “molti politici che lo facevano e credo che ancora lo facciano, in ogni zona c’era un punto di riferimento in questo senso, ogni politico aveva dei punti di riferimento in questo senso, gente che da tantissimi anni faceva questo mestiere, faceva riferimento alla famiglia mafiosa locale ovviamente e i soldi andavano alla famiglia mafiosa locale”.

“Il deputato nazionale e quello europeo”

Uno spaccato inquietante. Altrettanto lo è quanto emerge nel novembre 2021 ascoltando le parole intercettate di Gregorio Marchese, finito ai domiciliari per estorsione nello stesso blitz con Russo, figlio del killer Filippo Marchese assassinato da Totò Riina. Marchese parlava di politica con un uomo non identificato.

Gli raccontava che la sera precedente aveva avuto una discussione con due deputati, uno nazionale ed uno europeo, ai quali aveva ostentato, in termini molto duri ed aggressivi, la sua appartenenza a “corso dei Mille”. Una reazione alla notizia che Mimmo Russo non era stato inserito fra i primi della lista.

La lista delle candidature

Marchese e Russo avevano incontrato i due politici per iniziare a stilare una lista di candidature per le successive elezioni comunali. Russo era stato inserito in ottava posizione. Marchese era andato su tutte le furie e aveva insultato pesantemente i due deputati: “Me la potete solo s… perché tu tu sei deputato nazionale… tu sei deputato europeo… e io sono del corso dei Mille… te la metto in c…”.

Gli insulti di Marchese sarebbero proseguiti: “Gli ho detto ‘mi potete fare solo p… perché tu l’unica cosa che puoi fare bene sai qual è? Quello di andare a fare tessere… io l’unica cosa che faccio bene… quello che… io faccio posti di lavoro insieme a Mimmo…”.


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