PALERMO – In ventuno finiscono in carcere, mentre per altri quattro indagati sono stati disposti gli arresti domiciliari. Sono questi gli esiti delle due udienze di convalida dei fermi emessi nell’ambito del blitz della squadra mobile alla Noce e a Brancaccio. Sono indagati per mafia e traffico di droga.
I due blitz hanno coinvolto in tutto 50 persone (la metà era stata raggiunta sin da subito da un’ordinanza di custodia cautelare). riguardavano il mandamento mafioso della Noce e il traffico di a Brancaccio.
Mafia, il blitz alla Noce
Il Gip ha accolto la richiesta del procuratore aggiunto Vito Di Giorgio e dei sostituti Giovanni Antoci e Andrea Fusco che indagavano sui mafiosi della Noce.
Custodia cautelare in carcere per Fausto Seidita, indicato come il nuovo capomandamento, Salvatore Peritore, Cosimo Semprecondio, Vincenzo Tumminia (indicato come il capo della famiglia di Altarello di Baida), Paolo Bono, Girolamo Quartararo, Dario Pietro Bottino, Carlo Castagna e Benedetto Di Cara.
Il giudice Antonella Consiglio ha concesso i domiciliari al boss Pietro Di Napoli. Una decisione legata esclusivamente all’età. Il mafioso ha 86 anni. Il blitz ha fatto emergere il suo ruolo di grande vecchio alla Noce.
Droga a Brancaccio
Per quanto riguarda i traffici di droga a Brancaccio, su richiesta dei sostituti Francesca Mazzocco e Daniele Sansone, il Gip Filippo Serio dopo il blitz ha disposto il carcere per Mario Macaluso (considerato uno dei capi, Salvatore Candura (uno dei falsi pentiti della strage di via D’Amelio), della figlia Maria Candura, di Antonino Augello, di Giuseppe e Onofrio Bronzollino, Massimo Ferrazzano, Guglielmo Giannone, Antonino e Pietro Marino (difesi dagli avvocati Antonio Turrisi, Valerio Romano e Riccardo Bellotta, è caduta l’aggravante di essere stati capi e promotori) e Giuseppe Pitarresi. Arresti domiciliari per Francesco Lo Monaco, Francesco Oliveri e Mario Ferrazzano.

