PALERMO – È morto ieri, lunedì 14 aprile, il boss della Noce, Francesco Picone. Aveva 84 anni e aveva da poco finito di scontare una condanna per mafia agli arresti domiciliari. Gli erano stati concessi nel 2022 per gravi motivi di salute. Il decesso è avvenuto in ospedale.
Muore un vecchio padrino, influente nel passato e nel presente di Cosa Nostra. Fu arrestato nel blitz Gotha del 2006. Era il reggente della famiglia Noce, condannato a più di 20 anni di carcere. Si era guadagnato la fiducia di Bernardo Provenzano, accumulando potere e prestigio.
“Sotto l’autorità di Franco Picone”
Quando i poliziotti della Mobile arrestarono gli Inzerillo di Passo di Rigano saltò fuori che alcuni esponenti mafiosi vedevano in Picone una figura capace di mettere insieme i cocci di Cosa Nostra. Le famiglie di “Passo di Rigano… Noce e Altarello – diceva Francesco Colletti, capomafia di Villabate divenuto collaboratore di giustizia – si vogliono mettere sotto all’autorità di Franco”. E cioè di Picone che non potendo partecipare ai summit aveva inviato un suo consigliere.
Di lui si tornò a parlare in tempi più recenti nel blitz che portò all’arresto del nuovo capomafia Giancarlo Seidita. Aveva preso in mano le redini del mandamento portando indietro la lancetta del tempo fino ai giorni in cui Salvatore Lo Piccolo, boss ergastolano di San Lorenzo, aveva deciso di puntare si di lui.
I nuovi arresti alla Noce
Renzo Lo Nigro e Carlo Castagna, di nuovo arrestati nei giorni scorsi nell’ultima operazione della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, si chiedevano chi avesse deciso di puntare su Giuseppe Romagnolo, insospettabile ex negoziante di scarpe (anche lui fa parte dell’elenco dei 12 arrestati).
Secondo Lo Nigro, sarebbe arrivata una “palummedda” dal carcere al boss di Altarello di Baida Pietro Tummina, prima che quest’ultimo venisse arrestato nel 2022. Il mittente era il vecchio padrino novantenne Raffale Ganci.
Cosa diceva il figlio di Picone, boss della Noce
Angelo Picone, figlio di Francesco, mostrava perplessità sul coinvolgimento di Ganci nella scelta di Tumminia: “È impossibile che questa persona possa andare contro mio padre è impossibile perché… erano u lazzu e a strummula”.
Riflettendoci anche lui alla fine credette che le cose sarebbero andate veramente così. D’altra parte Tumminia, arrestato il 19 maggio 2022, era l’unico pezzo grosso in libertà dopo l’arresto di Carmelo Giancarlo Seidita e Guglielmo Ficarra.
Lo Nigro era disgustato dal comportamento dei nuovi boss: “La mia priorità lo sai qual è? Loro devono sapere che me ne sono uscito… ci siamo slegati… non abbiamo più niente a che spartire”. In realtà avrebbe iniziato a muoversi sottotraccia insieme a Castagna che la pensava alla stessa maniera: “La squadra che c’è per ora è una squadra contraria a quella nostra”.
Picone è stato il capomandamento, ma a causa dei suoi problemi di salute aveva delegato Fabio Chiovaro per le faccende più delicate. Chiovaro qualche mese fa ha finito di scontare la condanna, trascorsa interamente al 41 bis.
“Appena si arricampa quello, parola d’onore, se non si mette in piedi dalla sedia a rotelle (Chiovaro ha avuto problemi di salute, ndr)… Quale turno? Ma quale turno deve aspettare, che fa scherzi? Tutti abusivi sono, per ora sono in affitto”, così diceva Castagna. “Tipo Robocop”, aggiungeva il suo interlocutore.