E tu dove sei, palermitano? Sei riuscito a scavalcare la munnizza che ti soffoca, in questa domenica di sole e mosche? O segui gli eventi catastrofici del tuo contado su Livesicilia, perché il fetido sacchetto sorveglia la porta di casa tua, con la puzza armata? Dove sei, palermitano? Dov’è la tua dignità? Ti guardo dalla finestra e vedo che tutto fai, come se sul serio tutto fosse normale. Vai a Messa. Mangi il gelatino. Compri il giornale. Sorridi. Intorno a te, la munnizza impera. E tu non batti ciglio. Ci hai fatto il callo. Ci fai immancabilmente il callo. Anche il tuo cuore è calloso e duro, palermitano.
L’Ansa emana un bollettino di guerra: “Mancano le pale meccaniche, i cumuli di immondizia sono ancora accatastati in tutte le zone di Palermo, nonostante la ripresa dell’attività dopo gli scioperi dei lavoratori Amia, e alcune vie sono sommerse da immondizia e non sono percorribili. L’azienda dei rifiuti continua la raccolta straordinaria e migliaia di tonnellate d’immondizia vengono conferite in discarica ma la città rimane invivibile. Un centro dialisi è rimasto imprigionato dalla spazzatura così come una famiglia in via Li Bassi: è intervenuta la pala meccanica per liberare l’entrata della casa. E continuano i roghi dei cumuli appiccati dagli abitanti esasperati”.
Hai capito, cittadino di Palermo? Ti hanno tolto ogni ricchezza, ogni pulizia. Ora, letteralmente – no, non era una metafora – sei prigioniero della munnizza. Non è che ti hanno scippato la città. Palermo è lì, fetida e schifosa. Hanno rubato la tua libertà. Ti hanno mutilato del sacrosanto diritto all’incazzatura. Ti hanno reso servo della bruttezza e del potere. Ma non crucciarti troppo. Non addoloriamoci. Quest’anno ci salviamo, anzì siamo già salvi. Sky ce l’abbiamo, no? E che bisogno c’è di vivere? Il nostro cuore è munnizza.
