PALERMO – Processo da rifare. Annullata con rinvio dalla Corte di Cassazione la sentenza che aveva assolto due medici e condannato a pagare 110 mila euro di spese processuali i genitori palermitani di una bimba nata nel 2008 con una serie di malformazioni al viso, alle mani e ai piedi, nonché una displasia all’anca.
Era affetta da una rara malattia genetica, chiamata sindrome di Apert. Secondo i genitori, il ginecologo e l’ecografista che ebbero in cura la donna avrebbero potuto diagnosticare la malattia durante la gravidanza mettendo i genitori nelle condizioni di decidere di abortire. Da qui la richiesta in sede civile di un risarcimento dei danni quantificato in circa 900 mila euro.
In primo e secondo grado, però, il Tribunale e la Corte di appello hanno escluso la responsabilità dei sanitari. Una perizia aveva stabilito che non c’era modo di accorgersi della sindrome prima del parto. Gli avvocati Sergio e Vincenzo Sparti, che assistono la coppia, hanno fatto ricorso in Cassazione, contestando il fatto che i medici non avessero preso in considerazione l’esito di una perizia di parte. Se davvero non c’era stata possibilità di diagnosticare in tempo la sindrome di Apert, non sarebbe dovuta sfuggire “la difformità morfologica del feto”.
Secondo la Corte di Cassazione, presieduta da Giacomo Travaglino, i giudici della Corte di appello hanno “aderito incondizionatamente alla decisione di primo grado” e non hanno tenuto in alcuna considerazione la perizia di parte che sollevava una differente questione. Adesso dovranno farlo perché sarà celebrato un nuovo processo di secondo grado.