"Palermo non è il Far West" - Live Sicilia

“Palermo non è il Far West”

Il questore di Palermo, Nicola Zito (nella foto), ne è convinto: "A Palermo non c'è allarme sicurezza". Il questore sa bene che gli ultimi fatti di cronaca hanno scosso l'opinione pubblica. Prima l'assalto alla gioielleria dello Sperone costata la vita ad uno dei rapinatori, poi l'omicidio di Antonietta Giarrusso, massacrata nel suo negozio di parrucche in via Dante, quindi il fioraio ridotto in fin di vita. “"C'è un certo incremento dei reati predatori, scippi e rapine ma non riguarda la sola città di Palermo - prosegue Zito - anzi, le percentuali della nostra città sono inferiori rispetto alla media nazionale. Possiamo parlare comunque di dati fisiologici e non patologici".
IL QUESTORE DI PALERMO NICOLA ZITO
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A Palermo non c’è un allarme sicurezza”. Nicola Zito lo ribadisce più volte. Il questore sa bene che gli ultimi fatti di cronaca hanno scosso l’opinione pubblica. Prima l’assalto alla gioielleria dello Sperone costata la vita ad uno dei rapinatori, poi l’omicidio di Antonietta Giarrusso, massacrata nel suo negozio di parrucche in via Dante, quindi il fioraio ridotto in fin di vita.

“Dobbiamo avere la capacità di distinguere il clamore che, giustamente, certe vicende possono suscitare nel cittadino – spiega Zito- dalla valutazione oggettiva dei dati. Guardando gli episodi uno dopo l’altro sembrerebbe che Palermo sia il Far West. Non è così””. Il questore sbircia i numeri, ancora incompleti, che saranno presentati nel corso dell’annuale festa della polizia: “”C’è un certo incremento dei reati predatori, scippi e rapine ma non riguarda la sola città di Palermo – prosegue Zito – anzi, le percentuali della nostra città sono inferiori rispetto alla media nazionale. Possiamo parlare comunque di dati fisiologici e non patologici”.

Il capo della polizia del capoluogo siciliano si guarda bene dall’esultare perché a Milano si sta peggio che a Palermo. Un dato, però, lo inorgoglisce quando pensa al lavoro dei suoi uomini: “C’è stato un incremento netto degli arresti. Vuol dire che la risposta dello Stato e’ costante. Da costante parte nostra, della finanza e dei carabinieri. Il metodo di lavoro applicato a Palermo e’ innovativo e seguito a livello nazionale. Parlare di allarme criminalità diffusa non risponde al vero”.

Non sono frasi fatte quelle di Zito che sa di rivolgersi ai cittadini: “Un questore nel 2012 deve essere franco. La città non è preda della criminalità diffusa. Un omicidio desta clamore. Non minimizziamo l’accaduto, grave e tragico, ma purtroppo sono episodi che possono avvenire ovunque”.

Il contrasto alla criminalità diffusa resta una priorità per il questore dal giorno del suo arrivo in città nel maggio del 2010. Lo e’ perché su tratta di reati che infastidiscono e impauriscono il cittadini, ma anche perché rappresenta il punto di partenza nella lotta a Cosa nostra. La criminalità diffusa come banco di prova per le nuove leve del crimine organizzato: “C’e’ il rischio concreto che un rapinatore che si distingue possa essere reclutato e fare carriera. Ecco perché la nostra attenzione su questi reati e’ massima”.

E la crisi economica incide sulla diffusione della microcriminalità? “Potrebbe avere inciso, ma stiamo ancora valutando le statistiche. Dobbiamo essere fiduciosi che la situazione migliori, giorno dopo giorno. Serve la partecipazione di tutti. Se la gente scrive, anche a voi, per fare segnalazioni, persino per protestare, è un fatto positivo. Contribuisce alla graduale crescita culturale della cittadinanza. Una crescita lenta ma costante”.


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