Palermo, non fanno parte della mafia nigeriana: assolti e scarcerati

Non fanno parte della mafia nigeriana: assolti e scarcerati

Solo tre condanne per lesioni

PALERMO – La Procura aveva chiesto pene fino a 14 anni di carcere. Alla fine tre imputati sono stati condannati per lesioni a pene molto inferiori. Altri dieci imputati sono stati assolti. Davanti al tribunale presieduto da Bruno Fasciana non ha retto l’accusa che facessero parte della mafia nigeriana.

Viktor Aleh, Solomon Austin, Etic Ostin sono stati condannati i primi due a un anno e sei mesi, e il terzo a 8 mesi. Assolti Ehigiator Osabuoien, Charles Omo, Evans Otuke, Paul Eboibge, Richard Brown, Ekele Emme, Omoniyi Usobor, Esene Innocence, Patrick Berrtrame, Sandra Eikadonese. La gran parte degli imputati è stata scarcerata dopo il verdetto.

Il blitz del 2019 nasceva dalla denuncia di una ragazza nigeriana vittima di tratta e di sfruttamento della prostituzione. Si pentirono pure due membri del gruppo collegato all’associazione di stampo mafioso denominata “Eiye” che avrebbe dettato legge con la violenza all’interno del mercato Ballarò.

I due pentiti spiegarono le modalità del rito di affiliazione: il nuovo adepto viene spogliato e spinto per terra, preso a calci e pugni, poi costretto a bere un intruglio del suo sangue e delle sue lacrime. Poi pagando una somma al capo, diventa schiavo di tutti i componenti, perché è l’ultimo arrivato. Un rito con il quale, però, stando alla sentenza, nulla c’entravano gli imputati.

Erano difesi dagli avvocati Daniel Russo, Salvatore Mirabile, Giovanni D’Acquisto, Antonio Pecoraro, Giuseppe Orlando, Mariangela Spadafora, Giuseppe La Barbera, Giuseppina Scrudato, Cinzia Pecoraro, Angelo Raneri, Luigi Sambito


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