PALERMO – Assolto dall’accusa di maltrattamenti in famiglia perché l’ex compagna e i suoi due figli non possono essere considerati la famiglia dell’imputato. Sotto processo c’era un giovane di Villabate. La sentenza è del giudice Stefania Gallì.
D.F., sono le iniziali dell’imputato difeso dall’avvocato Raffaele Delisi, aveva conosciuto la donna su Facebook. Poi una saltuaria frequentazione malvista dai genitori di lei e la decisione di trasferirsi con i due figlia a casa di lui.
La coabitazione è durata un mese e mezzo durante i quali la donna sarebbe stata aggredita “con calci, schiaffi, pugni e morsi facendo sbattere i due bambini violentemente contro il muro e a terra”. Ad avere la peggio fu il più piccolo dei figli che riportò una frattura al femore.
L’avvocato Delisi ha sostenuto che affinché si concretizzi il delitto di “maltrattamenti in famiglia” è necessaria la convivenza more uxorio (come marito e moglie ) e non una convivenza occasionale.
“La difesa ha dimostrato – spiega il legale – benché al giorno d’oggi i sentimenti non devono essere contenuti dentro gli schemi sociali classici che non ogni coabitazione può definirsi convivenza more uxorio, soprattutto data l’assenza dell’affectio maritalis, ovvero senza alcun intento di creare un proprio nucleo familiare”.