PALERMO – All’inizio era amore, poi è diventata un’ossessione. Talmente radicata da convincere marito e moglie a denunciare il figlio per stalking in modo da farlo allontanare dalla propria casa. Era un piano dei nonni per non separarsi dal nipotino.
Una storia di ingiustizia, così è emerso dopo sette giorni da incubo vissuti da una coppia di imprenditori cinquantenni.
All’improvviso si vedono notificare il divieto di avvicinamento ai genitori di lui. Poiché abitano in una villa bifamiliare a Cruillas la coppia è costretta a fare le valigie e trasferirsi altrove assieme al figlio minorenne. È stato un trauma.
Tutto si poteva immaginare. Di certo non che fossero stati i suoi genitori ultraottantenni a denunciarlo. Hanno raccontano anche di essere stati picchiati.
Per dare credibilità alla loro versione presentano un certificato medico in cui, a venti giorni dalle presunte botte, viene messo per iscritto che gli anziani sono stati maltrattati.
Alla coppia finita sotto inchiesta non resta che attivarsi con le indagini difensive affidate all’avvocato Toni Palazzotto. Il legale raccoglie le testimonianze di parenti e vicini, e alcuni video.
Viene fuori una realtà diversa da quella denunciata. I due anziani per un periodo hanno avuto in casa il nipotino, figlio della secondogenita che attraversava un complicato momento familiare. Come è giusto che fosse i nonni erano premurosi con il bambino.
Era arrivato il momento che il bambino tornasse dalla mamma, che dopo la separazione dal marito ha trovato una nuova casa. A questo punto i nonni avrebbero organizzato la messinscena per non separarsi dal nipotino. Si sono spinti fino ad inventarsi la storia dello stalking per superare l’ostacolo dell’altro figlio, arrivato in soccorso della sorella.
L’uomo aveva capito che c’era qualcosa di patologico nella relazione nonni-nipote. Si era anche rivolto agli psichiatri. Ad un certo punto, racconta l’uomo, “mi era stato consigliato di intervenire anche in maniera drastica, con un trattamento sanitario obbligatorio. Mi sono rifiutato, ho cercato di superare le difficoltà. Sono i miei genitori, mi sentivo obbligato a farlo”.
Nel frattempo si è trovato costretto ad affrontare una ingiustizia, nonostante ci fossero gli elementi per fare emergere sin da subito la verità.
Alla fine la giustizia è comunque arrivata. La misura cautelare è stata revocata dal giudice Lorenzo Chiaramonte. Il racconto dei nonni è stato bollato come inattendibile, costruito ad arte per la “pretesa convivenza con il nipote”. La coppia è tornata a casa. “Nonostante tutto non abbandonerò i miei genitori”, dice il figlio.

