Palermo, "omicidio Incontrera premeditato ma non di mafia"

Palermo, “omicidio Incontrera premeditato ma non di mafia”

Era un boss emergente, ma niente aggravante specifica per l'assassino

PALERMO – Un omicidio premeditato, ma senza aggravante mafiosa. Anche se mafioso era l’uomo assassinato: Giuseppe Incontrera, considerato un boss emergente nel mandamento di Porta Nuova.

Era consuocero e braccio destro di Giuseppe Di Giovanni, accusato di avere ricevuto lo scettro di reggente dai fratelli Gregorio e Tommaso. Il 12 aprile scorso l’assassino reo confesso, Salvatore Fernandez, ha ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini firmato dai pubblici ministeri Giovanni Antoci Gaspare Spedale. “L’ho ucciso e basta”, ha detto Fernandez il 5 luglio scorso quando si è consegnato alla stazione dei carabinieri “Palermo falde”. Alle 8 del mattino del 30 giugno aveva fatto fuoco contro Incontrera in una stradina del rione Zisa.

L’assassino ha messo a verbale: “Ho ucciso Giuseppe Incontrera, l’ho ucciso venerdì mattina. Abbiamo avuto una lite qualche mese fa per un incidente che abbiamo avuto nel quartiere. Io ero con il mio motore e lui con il suo. Il mio motore era uno Scarabeo che poi ho venduto”.

Si correggeva: “Il motore non l’ho venduto ma è sequestrato e ora ce l’ha in custodia mia madre”. Incontrera in realtà  “aveva la bici elettrica blu”. Dopo averlo seguito, i due abitano a poca distanza l’uno dall’altro, lo colpì alle spalle in via Principessa Costanza.

Dopo lo scontro “ci siamo litigati con le mani – raccontò Fernandez -. Abbiamo cominciato assieme. Ci siamo presi a schiaffi. Poi ci hanno separato e ce ne siamo andati a casa”. Quindi concluse: “Non ho paura di niente. Non sono pentito di niente. Non voglio dire nient’altro”.

Secondo l’accusa, non è stato un delitto d’impeto, ma un agguato programmato nei dettagli. La mattina del delitto Fernandez ha pedinato il boss fin dalle 7:18. Lo ha seguito mentre transitava nelle vie Silvio Pellico e Cardinale Tommaso, e in piazza Ingastone. Infine in via Principessa Costanza, dove l’assassino ha fatto fuoco. Non è il primo in famiglia a premere il grilletto. Anche suo fratello ha confessato un omicidio di un boss. Un delitto pieno di punti oscuri.

Nell’avviso di conclusione delle indagini, preludio della richiesta di rinvio a giudizio, nulla c’è sugli eventuali mandanti. Non nel significato tradizionale della parola.
Si è ipotizzato che qualcuno possa avere psicologicamente contribuito a fare maturare in Fernandez a convinzione che sparare a Incontrera fosse la cosa giusta.

Fernandez potrebbe aver finito per fare un favore a chi vedeva in Incontrera un nemico o un ostacolo. Tutte ipotesi. Di sicuro c’è che a Fernandez il delitto viene contestato senza aggravante mafiosa. Ora il suo legale, l’avvocato Salvatore Ferrante, potrà presentare una memoria difensiva o chiedere un nuovo interrogatorio. Poi ci sarà la richiesta di rinvio a giudizio.


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