Palermo padre detenuto: Maranzano, chi è il fermato per omicidio

Il padre detenuto, le ombre mafiose: Maranzano, chi è il fermato

L'omicidio di Paolo Taormina: le indagini

PALERMO – Qualche piccolo precedente chiuso con dei decreti penali di condanna e un cognome che ritorna nelle cronache cittadine. Gaetano Maranzano, 28 anni, sarebbe l’assassino di Paolo Taormina. Lo avrebbe ammesso ai carabinieri che sono andati a prenderlo. Ora, però, bisogna capire cosa dirà ai pubblici ministeri Maurizio Bonaccorso e Ornella Di Rienzo nell’interrogatorio ancora in corso alla caserma Carini, sede del Comando provinciale dei carabinieri di Palermo.

Il padre, Vincenzo Maranzano, sta scontando una condanna definitiva a 12 anni e 5 mesi per l’agguato con modalità mafiose organizzato per uccidere Giuseppe, Antonino e Fabrizio Colombo, padre e figli, per le strade dello Zen. Era il 23 marzo 2021. Rimasero vivi per miracolo. Stessa condanna ha subito il cugino, Letterio.

Fu una “faida per il controllo del territorio”. La scintilla fu una frase: “La finisci di insultarlo, quando dici tu la finisci”. A riferirla era stata una testimone chiave, una donna che decise di aiutare i poliziotti della squadra mobile.

Il padre ha collezionato altre due assoluzioni. Una in appello nel 2020 per il tentato omicidio del ras della droga allo Zen, Kemais Lausgi. Il verdetto di assoluzione ribaltò la condanna a quasi 16 anni in primo grado. La sparatoria avvenne in via Costante Girardengo. Un testimone oculare riferì alla polizia di aver visto una macchina avvicinarsi a Lausgi che era in quel momento sul suo scooter. L’assassino impugnava la pistola con la mano sinistra, ma Maranzano non è mancino.

Un anno prima Vincenzo Maranzano era stato assolto dall’accusa di mafia dopo essere finito in carcere nel blitz Talea a Resuttana e San Lorenzo.

“Un folle di catena — diceva di Maranzano senior il boss Sergio Macaluso — è uno scappato di casa, ci fa arrestare a tutti… Sono 250 mila questi Maranzano in quel padiglione… quando c’è una sciarra partono tutti. E le persone di loro si spaventano”.

Qualche mese fa il cugino Angelo è finito in carcere per tentato omicidio. Sarebbe stato lui ad accoltellare un buttafuori della discoteca Country.

Ora i guai del figlio (denunciato in passato per rissa, spaccio e guida senza parente) che la notte scorsa avrebbe assassinato Taormina, colpendolo alla testa. Con che cosa? All’inizio si è parlato di un colpo di pistola anche sulla base delle testimonianze.

La madre della vittima, ad esempio, ha raccontato di avere sentito lo sparo. Non c’è, però, il buco di uscita del colpo. La ferita è alla nuca. Non si esclude allora che la vittima sia stata colpita con un coltello o con un martello. Il medico legale non si è ancora pronunciato con certezza. Si indaga pure sul possibile coinvolgimento di altre persone che si trovavano assieme a Maranzano.

A casa del fermato i carabinieri hanno trovato una pistola semiautomatica calibro 9 detenuta illegalmente ma potrebbe non essere l’arma con cui è stato ucciso il ventunenne.


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