Palermo, pane e fiori: così la mafia controlla le vendite

Palermo, pane e fiori: così la mafia controlla le vendite

L'inchiesta sulla famiglia del Villaggio Santa Rosalia

PALERMO – Il potere mafioso al Villaggio Santa Rosalia si esercita anche attraverso il controllo della vendita dei fiori e del pane. Già del 2017 Salvatore Sorrentino, oggi raggiunto da una nuova ordinanza di custodia cautelare, individuava in Andrea Ferrante, il referente mafioso nella gestione della distribuzione di crisantemi, in particolare la varietà San Carlino, ad una parte dei rivenditori che affollano i camposanti dei Rotoli e Sant’Orsola. Il progetto prevedeva di rifornirsi da un unico imprenditore, il ragusano Franco Iemolo, che oltre ad occuparsi di fiori è stato condannato per mafia. Viene considerato esponente del clan Carbonaro-Dominante.

L’affare dei fiori

Il patto sarebbe stato siglato, ma secondo il giudice per le indagini preliminari Walter Turturici non c’è la prova che Iemolo sia un concorrente esterno alla famiglia mafiosa palermitana. La prima volta Iemolo venne a Palermo nel 2017. Aveva appuntamento con Francesco Paolo Maniscalco che al ritorno con “un pensiero da parte di Franco”. Una bottiglia di Dom Pérignon annata 2006.

Su input di Sorrentino Maniscalco avrebbe dovuto esercitare pressioni per convincere i rivenditori palermitani a rifornirsi dei fiori coltivati a Vittoria. Il prezzo andava calmierato: “Si vende mille lire, 800 e 200 li buschi anche tu”. “Gli dice agli altri grossisti… tu lo devi vendere te lo do io, mi fai la cortesia…”, aggiungeva il boss che anche dopo l’arresto avrebbe continuato a dettare gli ordini dal carcere. Era Andrea Ferrante l’uomo dei fiori: “Ci possiamo appoggiare… in due tre posti dove vogliamo noi”.

Sant’Orsola e Rotoli

Nel 2018 ci fu un incontro anche all’Arenella organizzato da Vito Barbera, e cioè il padre di Roberto, sposato con la figlia di Andrea Ferrante, che oltre ad essere uomo di fiducia del boss Gaetano Scotto era l’anello di collegamento con esponenti dei mandamenti di Porta Nuova e Pagliarelli. Vito Barbera fu arrestato. I rapporti “commerciali” ripresero nel 2020. Andrea Ferrante avrebbe dato l’incarico al genero Roberto Barbera e a sua moglie Maria Mazzè. Nel settembre 2020 durante un colloquio in carcere al Pagliarelli Ferrante chiedeva ai propri familiari: “Con i fiori a posto?… ha lavorato Roberto?”. “Neanche con i fiori niente e non se ne parla per ora forse a novembre non è che periodo di fiori”, diceva la moglie. Che è stata filmata mentre riceveva dei soldi. Sarebbero l’incasso della vendita dei fiori che non risulta nei libri contabili. Almeno tredici esercizi commerciali vendevano la merce in nero.

Gli abusivi del pane

Nel febbraio 2020 Sorrentino discuteva nel carcere romano di Rebibbia con il figlio Vincenzo e la moglie Emanuela Lombardo. Quest’ultima diceva: “.. quel ragazzo quello di fronte a dove aveva il negozio tuo padre si sta spostando più avanti”. Stava parlando di un ambulante, uno dei tanti abusivi disseminati per la città che vendono il pane nei camioncini. “Quello del pane della domenica”, aggiungeva la donna. Stava parlando di Francesco Trifirò, indagato nell’inchiesta. Almeno una dozzina gli ambulanti che a lui farebbero capo a Pagliarelli, Ballarò e al Capo. Ma non c’è la certezza che dietro ci fosse la figura del boss, che però avrebbe dato il via libera sulla collocazione delle bancarelle.


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