Palermo: Partecipate, via al grande Risiko: occhi puntati sulla Gesap - Live Sicilia

Partecipate, via al grande Risiko: occhi puntati sulla Gesap

Trattative in corso, nomine dopo il governo regionale

PALERMO – Prima toccherà alla presidenza dell’Ars e alla giunta regionale, soltanto dopo si aprirà ufficialmente il dossier sulle partecipate del comune di Palermo le cui nomine dovrebbero arrivare nel giro di qualche settimana, forse anche entro novembre. La politica siciliana è in fermento e il motivo è abbastanza intuibile: le trattative sul governo Meloni sono andate male, anzi malissimo per gli esponenti del centrodestra isolano, eccezion fatta per Nello Musumeci e Matilde Siracusano. Un magro bottino che ha lasciato a bocca asciutta tanti pretendenti, i cui occhi adesso puntano sull’esecutivo guidato da Renato Schifani e sull’ufficio di presidenza di Palazzo dei Normanni.

Ma c’è un’altra partita che si sta giocando sotto traccia ed è quella per le nomine nelle partecipate del comune di Palermo: un dossier che il sindaco Roberto Lagalla ha volutamente tenuto da parte in questi mesi, in attesa di capire i nuovi rapporti di forza all’indomani dei risultati elettorali. Una mossa prudente e al tempo stesso saggia, visto che da giugno a ora molto è cambiato: la Lega è stata ridimensionata sia a livello nazionale che regionale, sono in calo le quotazioni di Gianfranco Micciché e Totò Lentini non è stato nemmeno rieletto all’Ars; può sorridere invece la nuova Dc di Cuffaro, così come Fratelli d’Italia ha gioco facile nel chiedere posizioni di tutto rispetto visti i sondaggi che sfiorano quasi il 30%, con i musumeciani pronti a far pesare la nomina del ministro per il Sud.

La Gesap vale doppio

Ufficialmente le trattative partiranno solo dopo che saranno stati fatti i giochi per la Regione, ma ufficiosamente i partiti hanno già iniziato a far di conto: il dossier è in mano a Lagalla e alla vice Carolina Varchi che ha anche la delega alle partecipate, ma tutto il centrodestra è in fibrillazione. La caselle a disposizione, del resto, sono numerose: Rap, Amat, Sispi, Amg, Reset e ovviamente la più prestigiosa, ossia la Gesap, in cui l’ex rettore, essendo anche sindaco metropolitano, può nominare ben quattro consiglieri di amministrazione su cinque fra cui presidente e amministratore delegato, quindi una società che vale doppio. Discorso a parte va fatto per Amap che è del comune di Palermo “solo” per il 99,97%: il resto è diviso fra vari comuni della provincia, ma in questo caso lo spoil system è reso più complicato dall’assemblea dei sindaci con la conseguenza che la società sarebbe momentaneamente esclusa dalla spartizione.

In Amat spazio a Macchiarella

La divisione è presto fatta e dovrebbe rispecchiare quella usata per la giunta: due presidenze a testa per Forza Italia e Fratelli d’Italia, una ciascuno a Lega, nuova Dc e lista del sindaco (di cui fanno parte anche i renziani). A disposizione ci sono però anche i posti da consiglieri di amministrazione (altri due per cda), i collegi sindacali, caselle alla Fondazione del Teatro Massimo, al Teatro Biondo, nelle opere pie, nel comitato portuale e nel sottogoverno dell’ex provincia.

Un delicato risiko che si va componendo e in cui non mancheranno sorprese. La prima scelta sulle presidenze dovrebbe toccare a Forza Italia: una sarà appannaggio di Edy Tamajo, campione assoluto di preferenze, mentre l’altra verrà contesa fra le varie anime azzurre. Tamajo al momento ha suoi uomini di riferimento sia all’Amat (Michele Cimino) che all’Amg (Domenico Macchiarella), ma dovendo scegliere opterebbe per la prima puntando però su Macchiarella, con Cimino destinato ad altro.

Fratelli d’Italia potrebbe puntare invece sulla Gesap, vera “gallina dalle uova d’oro” del Comune: se i meloniani prenderanno la presidenza (cui aspira anche la Lega con Francesco Scoma), i forzisti potrebbero chiedere il ruolo di amministratore delegato. Non cambierà invece il vertice della partecipata Gh Palermo, alla cui guida rimarrà fino a scadenza l’ex vicesindaco (e oggi consigliere Pd) Fabio Giambrone. Anche in Fratelli d’Italia però è in corso un braccio di ferro: il gruppo che fa capo all’eurodeputato Giuseppe Milazzo, non candidato alle Politiche, punterebbe alla guida dell’aeroporto ma a sgomitare sarebbero anche Francesco Scarpinato (non eletto all’Ars nonostante 5 mila voti), i musumeciani e perfino la vecchia guardia del partito.

L’asse fra Lagalla e i renziani

Nella Lega c’è l’ipotesi Scoma, rimasto fuori dalla corsa per le Politiche e per il governo regionale, mentre nella nuova Dc la poltrona di sottogoverno dovrebbe andare a un uomo vicino a Mauro Pantò che ha eletto due consiglieri su tre a Sala delle Lapidi. Giochi aperti anche nella lista che fa capo al sindaco, dove a spuntarla potrebbero (ancora una volta) essere i renziani grazie a un asse sempre più solido con Lagalla.


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