PALERMO – La segnalazione sarebbe arrivata dal direttore generale. Il professore Gaspare Gulotta avrebbe assecondato i desiderata del commissario straordinario Alessandro Caltagirone. Fece assumere al reparto Covid del Policlinico di Palermo il figlio dell’ex ministro e onorevole Saverio Romano.
Le confidenze di Gulotta
Gulotta, da alcuni giorni agli arresti domiciliari, il 18 settembre di due anni fa si confidava con il dottore Nicolò Cucinella: “Il direttore generale mi ha chiesto un piacere… parlo piano per vari motivi… riesci a sentirmi? Il figlio di Saverio Romano si è laureato con me il 27 luglio… sta legge Covid… mi chiede posto per suo figlio… stanno assumendo”.
L’intercettazione fa parte dell’inchiesta che avrebbe svelato il sistema per l’assegnazione degli incarichi al Policlinico. Non è inserita tra i capi di imputazione, ma è stata depositata dalla Procura perché descriverebbe il condizionamento nella scelta dei medici da assumere nell’ospedale universitario.
“Me l’ha chiesto il direttore”
La richiesta era stata mediata: “Non me l’ha chiesto l’onorevole Saverio Romano, me l’ha chiesto il direttore questo favore”. E per evitare di dare nell’occhio, aggiungeva l’ex direttore delle Chirurgie oggi in pensione, “io in maniera furba ho fatto richiesta in maniera furba non per uno ma per tre.. un’altra ragazza che mi interessa, la moglie di Di Buono… è in mezzo alla strada. Vedo se posso inserire anche mio figlio… suo figlio un mese fa laureato… tra dieci giorni sarà sistemato al Policlinico al centro Covid”. Il tutto grazie a “un escamotage politico”.
Pochi giorni dopo, in ottobre, una specializzanda protestò con Gulotta perché i tre assunti invece di essere assegnati al centro Covid erano in servizio nel reparto di Chirurgia. La dottoressa criticava il fatto che si cercasse uno stratagemma “per fare entrare in figli”. Alla fine Gulotta non se l’era sentita di piazzare il suo di figlio, ma sul caso di Romano alla specializzanda disse: “È assurdo, non ne so nulla”. Secondo il Nas mentiva visto che era stato lui a volerlo in Chirurgia.
L’incontro prima della laurea del figlio di Romano
Occorre fare un passo indietro, fino al 24 luglio 2020 giorno dell’incontro Romano-Gulotta nella stanza del professore, pochi giorni prima della laurea del figlio. Non era la prima volta: in un’altra occasione il direttore della Chirurgia generale aveva confidato a Romano il “patto dell’alternanza” per le nomine siglato con Mario Adelfio Latteri.
A luglio Gulotta chiese all’ex ministro, oggi vice presidente di “Noi con l’Italia”, di parlare con Caltagirone affinché creasse due unità operative, una di Chirurgia generale e l’altra di Chirurgia di urgenza in modo da separare i professori Antonino Agrusa e Cocorullo, che erano entrati in conflitto al concorso per primario.
I carabinieri annotano: “Non è escluso che proprio nell’incontro di quel 24 luglio 2020 avuto con il commissario straordinario Caltagirone, Romano gli abbia chiesto l’assunzione del figlio”.
Il riscontro del Nas
In effetti il 19 marzo 2020 il Policlinico ha reclutato 50 medici a tempo determinato, tra cui anche Giorgio Romano, assunto con un contratto di collaborazione coordinata e continuativa. Su proposta di Gulotta il figlio di Saverio Romano è stato assegnato alla Chirurgia generale.
Tutto parte davvero da una richieste di Caltagirone oppure Gulotta millantava o raccontava circostanze non vere? Perché Caltagirone avrebbe proposto al professore l’assunzione del figlio di Romano? Gulotta diceva che il commissario straordinario “è un uomo di Saverio Romano, messo là da Saverio Romano”.
All’indomani del blitz della settimana scorsa Caltagirone disse di avere “piena fiducia nell’operato della magistratura” e riteneva “fondamentale che sia fatta chiarezza sulla posizione degli operatori sanitari coinvolti”.
Nel rapporto inviato al procuratore aggiunto Sergio Demontis e ai sostituti Luisa Bettiol e Andrea Fusco, i carabinieri del Nas chiedono di “valutare eventuali responsabilità penali a carico di Gulotta, del commissario straordinario Caltagirone e di Romano, rimanendo a disposizione per eventuali deleghe di indagini”.