PALERMO – Da una parte Giulio Cusumano diceva di tenere “sotto scacco il sindaco”, dall’altra protestava con il vice di Leoluca Orlando, Fabio Giambrone, perché non era stato messo “da nessuna parte e stava perdendo il suo elettorato”.
Di sicuro Cusumano, da alcune ore agli arresti domiciliari, si dava un gran da fare. I poliziotti della sezione Reati contro la pubblica amministrazione della squadra mobile parlano di “pressioni sull’assessorato alle Politiche sociali e all’assessorato alla Cultura” che gli avrebbero consentito di “dirottare somme del Comune di Palermo verso il finanziamento di strutture teatrali ed associazioni culturali a lui vicine o di cui era socio occulto, nonché alla promozione professionale e artistica del compagno Alessio Scarlata”. Ci sono delle intercettazioni nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminare Ermelinda Marfia.
L’ex consigliere comunale sarebbe riuscito nel suo intento, ottenendo che il Comune, nel 2019, acquistasse biglietti per spettacoli nei suoi teatri di riferimento (quelli di Federteatri) da destinare agli studenti delle scuole primarie e secondarie della città. Ed ancora, il finanziamento di tre progetti: uno spettacolo per i pazienti dell’ospedale Buccheri La Ferla (30 mila euro, Scarlata era il direttore artistico) e due per i detenuti e i figli delle persone ristrette nelle carceri Ucciardone e Pagliarelli (rispettivamente di 30 e 15 mila euro).
Infine avrebbe ottenuto degli affidamenti diretti sotto soglia, dunque senza gara, che il Comune di Palermo ha pagato utilizzando i soldi della tassa di soggiorno sborsata dai turisti.
Cusumano avrebbe aiutato gli amici che lavoravano nel mondo del teatro e nel contempo coltivava un “interesse di tipo politico-elettorale funzionale ad assicurarsi potenziali elettori”. Viveva, scrivono gli investigatori, in “una perenne campagna elettorale”.
E così quando le sue aspettative sarebbero state tradite, nel marzo 2019, si sfogava con Fabio Giambrone: “… sono l’unico che passa i 2000 voti, dove sono? Da nessuna parte, mi state facendo perdere il mio lettorato perché il mio elettorato che è bello, bravo, borghese, intelligente, di attori… lì dentro c’ho 660 attori, comparse ci ho infilate 30 persone in quei progetti”.
La sua reazione sarebbe stata “un attacco politico mediatico” contro la maggioranza “risicata” a Sala delle Lapidi. Cusumano si spingeva a dire che “con il sindaco Leoluca Orlando abbiamo raggiunto su determinate cose un equilibrio”, perché il consigliere creava “troppi problemi in aula”. “Io posso tenere sotto scacco il sindaco perché ha troppo bisogno di me”, diceva Cusumano.
Millantava? Gli investigatori annotano che Orlando, il 16 settembre 2019, telefonava al dirigente del settore Cultura Domenico Verona per sincerarsi sulla procedura di approvazione dei progetti: “… perfetto dove ci sono i vari teatri e c’è anche il Pagliarelli, una sera di teatri”.
Le dichiarazioni sui costi sostenuti per gli spettacoli sarebbero state infine gonfiate da Cusumano affinché ottenesse maggiori guadagni.
L’ex consigliere, così emergerebbe dalle indagini della Procura di Palermo, sapeva come muoversi negli uffici comunali. La sua rete di conoscenze nel mondo degli spettacoli gli avrebbe garantito un ritorno concreto in termini di voti, lui che in politica è impegnato da anni. Di casacche ne ha indossato parecchie: Alleanza Nazionale, gli autonomisti, l’Udc, assessore per 20 giorni all’Ambiente in quota Mpa nella giunta di Diego Cammarata e infine l’appoggio a Leoluca Orlando.
In mezzo c’è anche la nomina, quando era consigliere comunale del Mpa di Raffaele Lombardo, alla vice presidenza dell’Ast da cui, così lui stesso denunciò, sarebbe stato fatto fuori per il suo no al progetto con Jonica Trasporti dietro cui c’era Antonello Montante. Cusumano sarebbe stato ricattato, mostrandogli un dossier sulla sua vita privata.
La scorsa estate decise di dimettersi da Sala delle Lapidi dov’era entrato con una lista civica in appoggio a Orlando. Ora era tutto pronto, o quasi, per riprovarci con Azione che appoggia Fabrizio Ferradelli. In caso di elezione sarebbe stato il suo quinto mandato da consigliere comunale.